Como, cambia la geografia politica
Lega primo partito, M5S secondo

Successo senza precedenti per il Carroggio, male il Partito Democratico e la sinistra in generale

Il centrodestra vince tutte le sfide in provincia di Como e la Lega fa il pieno di voti soprattutto sul lago e in Brianza. Male, anzi malissimo il centrosinistra. Praticamente insignificante il risultato da un lato dell’estrema destra, dall’altro dell’estrema sinistra.

In sintesi è questo il risultato delle elezioni in provincia di Como.

La Lega diventa il primo partito con il 26% al Senato e addirittura il 32% alla Camera, Cinque Stelle secondo partito attorno al 22% (meglio al Senato che alla Camera), Pd sotto il 20% è comunque il terzo partito davanti a Forza Italia al 16,9% al Senato e al 14,7% alla Camera, Fdi al 4% e LeU al 2%.

Per quanto riguarda l’uninominale il Centrodestra ha fatto il pieno di consensi: Licia Ronzulli, Nicola Molteni, Laura Ravetto ed Erica Rivolta vincono a man bassa gli “scontri diretti”. Molteni, addirittura, ottiene oltre il 53% dei consensi.

A livello nazionale è il Movimento 5 stelle il vincitore indiscusso delle elezioni politiche 2018 con il 32,5% dei voti, mentre il centrodestra conquista la posizione di prima coalizione con il 37%. Ma la maggioranza assoluta non va a nessuno.

Il verdetto che viene fuori dallo spoglio dei seggi è netto: oltre al trionfo del Movimento 5 stelle, netto il successo della Lega, che arriva al il 17,5% e sorpassa di slancio Forza Italia, ferma intorno al 14%, nella coalizione di Centrodestra. Grande sconfitto è il Partito Democratico, che si attesta sotto il 19%, e più in generale il Centrosinistra con Leu che supera di poco il 3% e tutte le altre liste della coalizione con il Pd che non arrivano al 3%.

A votare, al contrario di quanto si temeva alla vigilia, sono stati in tanti: l’affluenza definitiva è stata del 73% contro il 75,27% del 2013, quando però si è votato in due giornate.

Alta l’affluenza alle urne anche sul Lario: ha votato il 77% dei comaschi, un dato in linea con quello di cinque anni fa e superiore rispetto a quello del Referendum Costituzionale del 2016.

Una giornata elettorale faticosa con moltissimi seggi messi a dura prova soprattutto a causa del tagliando antifrode, novità di quest’anno sulle schede elettorali. In diverse sezioni si sono segnalate code anche di un’ora e mezza per poter votare. E pure lo spoglio è stato faticosissimo, con i dati che sono arrivati con il contagocce. Alcune sezioni sono andate letteralmente in crisi: è il caso di una sezione di Monte Olimpino, che ha iniziato a estrarre le schede dalle urne alle due e mezza del mattino.

Intanto sono iniziate le operazioni di spoglio per le elezioni regionali, ma già i primi exit poll danno il candidato del centrodestra Fontana vincitore. Sono 16 i Comuni che alle 17,30 hanno concluso le operazioni di voto (37 di 551 seggi) eleggendo il rappresentante del centrodestra quale successore di Roberto Maroni. Blessagno, Cavargna, Caglio, Dosso del Liro, Laimno, Lasnigo, Peglio, Plesio, Ponna. Livo, San Nazzaro Val Cavargna, Trezzone, Val Rezzo, Veleso e Zelbio hanno assegnato all’ex sindaco di Varese tra il 64,43% e il 91,45%. Giorgio Gori, rappresentante del centrosinistra, ha ottenuto il risultato migliore a Caglio (22,53), mentre Dario Violi incassa il 14,09% a Pigra. Sul territorio regionale Fontana - dato riferito a 1.284 sezioni scrutinate su 9.277 - guida il centrodestra al 52,95% con il sindaco di Bergamo Giorgio Gori al 27,09% e il candidato grillino Dario Violi al 16,30%. A Cantù, con 11 sezioni scrutinate su 34, Fontana guida con 52,44, Gori è al 25,65 e Violi al 17,04. Dopo un terzo delle sezioni scrutinate, a Como il candidato del centrodestra è al 47,94% (media provinciale 55,71) e Gori è al 34,05%.

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