Como, il ricordo di Luciano Forni,
senatore gentile e sorridente

È scomparso a 85 anni lo storico esponente della Dc. Maestro elementare, eletto a Roma negli anni ’70. Landriscina: «La città gli è riconoscente». Lironi: «Enorme passione per la politica». Buzzi: «Un grande uomo»

Ironico, arguto, sempre sorridente e pronto a dare una stretta di mano e a parlare della sua città. E a lanciare qualche stilettata contro l’amministrazione di turno, ma sempre con garbo e gentilezza. Como piange il senatore Luciano Forni, storico esponente della Democrazia Cristiana e con la passione per la politica nel sangue (fu t tra i fondatori del Ppi prima e della Margherita poi sul Lario), scomparso ieri mattina all’ospedale Sant’Anna a 85 anni. Nato ad Asso nel 1935, negli ultimi anni aveva avuto qualche problema di salute fino al ricovero, qualche giorno fa, all’ospedale di San Fermo.

Tanti ruoli amministrativi

È stato per decenni amministratore comunale e parlamentare, esponente di una politica che non c’è più, uomo che ha saputo farsi stimare e apprezzare unanimemente. Maestro elementare, come amava ricordare, e direttore scolastico, fin da ragazzo ha militato nella Dc, partito per il quale ha ricoperto le cariche di segretario provinciale, oltre che consigliere e assessore comunale e assessore provinciale. Eletto deputato nel 1976, fece parte della commissione sanità della Camera, firmando la riforma sanitaria. Nel 1979 l’elezione al Senato dove ricoprì l’incarico di vicepresidente della commissione sanità e dove fece parte della commissione d’inchiesta sul rapimento Moro e sugli Anni di Piombo, e della commissione antimafia. E proprio nel giorno dell’anniversario del ritrovamento del cadavere Aldo Moro in via Caetani se n’è andato quello che, per tutti, è stato “il senatore Forni”. Nel 2014 fu candidato all’Abbondino oro, ma la proposta non venne accolta a causa di una spaccatura tra le forze di centrosinistra (il no arrivò da Pd e Como Civica).

Un lutto che ha colpito ieri l’intero mondo politico e amministrativo di Como. Il sindaco Mario Landriscina «a nome dell’intera città è sinceramente riconoscente per i contributi concreti che il senatore Forni, con uno stile signorile e sempre garbato, ma al contempo puntuale e deciso, ha tributato sia al livello nazionale che a quello locale». E ancora: «Una persona con una cultura politica forse d’altri tempi ma che ha sempre messo a disposizione la sua esperienza per il bene comune».

Grande commozione

Enrico Lironi, anche lui storico esponente della Dc, lo ricorda dicendo: «Ricordo a la sua grande passione per la politica, la conoscenza approfondita della storia della Dc e, soprattutto, la sensibilità per i problemi sociali e gli enti locali». Lironi lo definisce «un grande esperto nel campo della sanità (firmò la riforma, ndr)» e «un buon mediatore politico sia all’interno del partito sia nei confronti degli altri partiti». E cita «nel 1976 la sperimentazione di apertura alla sinistra di cui fu artefice con i patti di Villa Amalia». Gianstefano Buzzi, già segretario del Pci, dice: «Un grand’uomo ci ha lasciato». Poi racconta: «Ero andato a trovarlo 6-7 mesi fa per fare una chiacchierata e mi aveva colpito per la lucidità come suo solito. Un politico di rango, della vecchia tradizione. L’ho conosciuto bene non solo per la sua funzione, ma anche attraverso il fratello che era iscritto al Pci e ho capito che c’era una radice popolare che caratterizzava la famiglia». Buzzi ne ricorda «il valore dell’Antifascismo» e, come Lironi, cita «i patti di Villa Amalia». Poi conclude dicendo: «Perdiamo un pezzo di storia e una persona che ha rappresentato bene il territorio e le parti più deboli».

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