Covid, addio mascherine in ospedale. Ma i medici comaschi non sono d’accordo

Pandemia Il governo annuncia la cancellazione delle restrizioni dovute al coronavirus. Spata: «Bisogna superare l’emergenza, ma continuiamo a tutelare i pazienti più fragili»

Il nuovo corso del governo punta ad archiviare le misure anti Covid, ma almeno sulle mascherine in ospedale i medici alzano le barricate. Il nuovo esecutivo ha annunciato che non intende rinnovare l’obbligo dell’uso delle mascherine nei presidi sanitari. Inoltre si va verso il bollettino settimanale, non più quotidiano e lo stop alle multe ai no vax over 50, nonché il reintegro dei medici non vaccinati. Provvedimenti sui quali nella maggioranza qualche esponente di spicco, in particolare di Forza Italia, ha espresso cautela. Altri, soprattutto i leghisti, accelerano.

In Lombardia l’assessore al Welfare Letizia Moratti ha convocato per domani pomeriggio una cabina di regia composta dai maggiori esperti. «Ai professori Andrea Gori, Giuliano Rizzardini, Paolo Bonfanti, Paolo Grossi, Fausto Baldanti, Sergio Abrignani e Antonio Colaianni – scrive in una nota l’assessorato al Welfare - sarà chiesto di vagliare le decisioni in merito all’uso delle mascherine negli ospedali, nelle Rsa e nell’unità di offerta sociosanitaria lombarda. Saranno aggiornate le indicazioni regionali, anche in relazione alle disposizioni nazionali e al mutato contesto epidemiologico». Molti di questi infettivologi e immunologi hanno già sollevato dei dubbi.

«Sarebbe meglio ribadire che senza i vaccini avremmo pianto migliaia e migliaia di morti in più»

«L’addio al bollettino quotidiano non mi stupisce – commenta Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici di Como – anche perché senza più contatti stretti e con i tamponi fai da te i numeri sono poco veritieri e largamente sottostimati. Quanto al reintegro dei medici non vaccinati andava comunque a scadenza a fine anno. Certo, sarebbe meglio ribadire che senza i vaccini avremmo pianto migliaia e migliaia di morti in più. Quello che mi sconvolge di più invece è togliere le mascherine negli ospedali, nelle Rsa e negli ambulatori. Il virus c’è ancora, certo dobbiamo imparare a conviverci, ma dobbiamo anche tutelare i pazienti più fragili». Diversi specialisti in prima linea contro il Covid preferiscono non commentare. Per esempio Luigi Pusterla, primario delle Malattie infettive del Sant’Anna oppure Valerio Rossini, pneumologo del Valduce.

«La mia opinione è che sia sensato normalizzare la pandemia, uscire dall’emergenza – dice Riccardo Bertoletti, direttore sanitario del Valduce – non servono più normative eccezionali, ma una gestione ordinaria. In certe occasioni, le meno delicate, anche in ambito sanitario anche le mascherine possono essere superate. Invece il reintegro dei medici non vaccinati penso sia scorretto, così si penalizza la responsabilità di tutti gli altri colleghi».

«Siamo in una fase nuova, è vero - spiega Doris Mascheroni, vicedirettore sanitario dell’istituto clinico Villa Aprica – ma almeno la mascherina in ospedale e in Rsa la terrei. Fino a fine anno, vediamo se c’è un ritorno invernale, oppure no. Il Covid resta temibile. Non è più così virulento, con le forti ondate viste gli anni scorsi. Ma è un pericolo concreto per i pazienti più fragili. Ad ottobre abbiamo avuto diversi positivi e ricoveri. Io, parlo da medico a stretto contatto con tanti anziani, continuerò a tenere la mascherina. E chiederò a colleghi e cittadini di fare lo stesso in corsia».

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