Covid, salgono i contagi: +60%. «Ora il virus sfugge agli anticorpi»

Salute Secondo uno studio dell’università dell’Insubria «i dati emersi fanno affievolire le speranze che le nuove varianti, compresa Eris, possano diventare col tempo meno diffusive»

Como

Covid, salgono i contagi, ma negli ospedali i ricoverati sono pochi e nessuno ha sintomi gravi.

Spinto da una nuova variante il Covid nel nostro territorio ha fatto aumentare le infezioni in una settimana del 60%. La curva sta salendo, i medici di medicina generale notano un incremento dei pazienti sintomatici, poi positivi ai test. Ma nei reparti l’allarme resta lontano.

«Negli ultimi due mesi abbiamo ricoverato pochi pazienti, già estremamente fragili – spiega Luigi Pusterla, primario di Malattie infettive dell’Asst Lariana – tutti comunque se la sono cavata, fortunatamente erano vaccinati ed il decorso è stato sereno. Nessuno ha avuto bisogno del casco per la ventilazione. Sicuramente è in corso un aumento dei casi, ma ad oggi abbiamo uno o due ricoverati in reparto massimo. Mi auguro che la situazione resti sotto controllo». Il suggerimento è usare la mascherina nei luoghi affollati, fare il tampone in particolare a tutela delle persone fragili, stare a casa se positivi e insistere, dice Pusterla, con la nuova dose di vaccino agli anziani da ottobre.

A tal proposito il presidente dell’Ordine dei medici Gianluigi Spata invita già tutti gli over sessanta a partecipare alla prossima campagna contro il Covid e l’influenza, in partenza dopo la prima settimana di ottobre.

«Uno, due pazienti Covid sporadici anche da noi – spiega Riccardo Bertoletti, il direttore sanitario del Valduce – sono malati occasionali, in arrivo spesso per altri bisogni di cura. Il Ministero ha diramato delle nuove precauzione, in particolare per fare i tamponi in caso di sintomi, che però noi già attuavamo». Per ora dunque nessun allarme. «All’attenzione della medicina del territorio però diversi casi arrivano – spiega Paolo Iaria, medico di famiglia e segretario di Cisl medici dei Laghi – cittadini anche vaccinati, lavoratori che hanno bisogno del certificato di malattia e dunque fanno il tampone. Oppure anziani che effettuano il test anche come forma di precauzione. È vero che l’isolamento non è più un obbligo, ma un po’ di prudenza in questa fase credo sia conveniente».

Secondo i ricercatori dell’università dell’Insubria però la nuova variante Eris è temibile. Nello studio pubblicato sulla rivista European journal of internal medicine coordinato dal professor Fabio Angeli il gruppo di ricerca ha valutato l’effetto di una particolare mutazione avvenuta nel virus. Una trasformazione che garantirebbe al virus una maggiore capacità di sfuggire alle difese anticorpali. «La maggiore resistenza agli anticorpi e la inalterata capacità trasmissiva e di legame alle nostre cellule rispetto alle precedenti varianti – commenta Angeli – spiegherebbe l’aumento degli indicatori anche nel nostro Paese. Quindi un +43,4% di casi positivi e un +44,6% di decessi nell’ultima settimana rispetto alla precedente. I risultati spiegano anche perché questa variante sta diventando dominante in Italia è presente in almeno il 40% dei sequenziamenti. I dati emersi fanno affievolire le speranze che le nuove varianti, compresa Eris, possano diventare col tempo meno diffusive». Meglio secondo Angeli monitorare la situazione per prevenire nuove ondate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA