Da destra a sinistra, mancano i candidati
Spuntano i nomi di Fermi e di Guerra

Le coalizioni si orientano su profili “politici” -Il leghista e l’esponente Pd per ora non hanno detto no - La Russa (FdI): «La linea è correre uniti, anche a Como»

La politica comasca in stato confusionale a pochi mesi dalle elezioni, e così c’è chi pensa di tornare a rivolgersi a politici affermati e navigati quali Alessandro Fermi e Mauro Guerra.

Il presidente del consiglio regionale, di recente passato da Forza Italia alla Lega, non ha mai detto formalmente no ad una sua candidatura, anche se non scalpita per fare il sindaco di Como. La coalizione chiede però figure note, politiche ed esperte e Fermi corrisponde al profilo.

Le quotazioni del sindaco uscente Mario Landriscina sono in caduta libera, è inviso ai forzisti e a Fratelli d’Italia, partito che ha addirittura proposto la candidatura del coordinatore provinciale Stefano Molinari. Anche se appaiono poco probabili le primarie del centrodestra, immaginate dal leader leghista Matteo Salvini, non è detto che Landriscina sia davvero il candidato della Lega.

«Nei prossimi giorni ci saranno tavoli politici – dice la coordinatrice provinciale della Lega Laura Santin - che andranno ad individuare le opzioni migliori per Como e i comaschi nel nome dell’unità del centrodestra».

A Milano come a Roma, tutti nel centrodestra ripetono che bisogna andare uniti. «Bisogna dovunque trovare una sintonia – spiega Ignazio La Russa, colonnello di Fratelli d’Italia – senza strappi o scatti. Questa è la linea, serve un’intesa, anche a Como». Il centrodestra spaccato perderebbe altrimenti le elezioni.

Sull’altro fronte Mauro Guerra, deputato del Pd sindaco della Tremezzina e presidente di Anci Lombardia, è un altro peso massimo a cui il centrosinistra continua a guardare. Lui inizialmente ha scosso la testa, ma ieri, contattato, non ha negato, ma ha risposto: «Prima di parlare con la stampa devo ragionarne con il mio partito».

Il Pd a Como per ora può contare sull’opzione Adria Bartolich, sindacalista della Cisl già parlamentare progressista che però non convince l’area centrista. È appoggiata dall’ala sinistra, detto comunque che anche esponenti come Angelo Orsenigo e Luca Gaffuri in primavera l’hanno incontrata chiedendole loro stessi un passo in avanti. Più le tensioni si acuiscono comunque più la voglia di Adria Bartolich di candidarsi si consuma.

Nel centrosinistra Patrizia Lissi e Ada Mantovani, consigliere comunali più volte citate, sono più orientate a dire no che sì. Ha già rinunciato Vittorio Nessi, il magistrato consigliere di Svolta Civica. Si parla anche di Gisella Introzzi senza però incontri formali. Insomma, non c’è la fila. Per cui non sono all’ordine del giorno le primarie.

«Se n’è discusso, ma per ora non faremo le primarie – dice il segretario provinciale del Pd Federico Broggi – non c’è una rosa ampia di nomi forti che si è fatta avanti. Quanto a Mauro Guerra aveva già rinunciato a un primo invito, ma fosse intenzionato saremmo certo a disposizione per confrontarci».

Nel campo del centrosinistra c’è anche il M5S, che pure a Como non ha mai storicamente raccolto molti voti. Per l’onorevole pentastellato Giovanni Currò «il nome giusto non basta, la politica ha il dovere di interrogarsi sui grandi temi della città, solo dopo tale percorso di condivisione e confronto saremo in grado di esprimerci sui migliori interpreti». Senza un progetto comune, dicono i grillini, non si va lontano.

Intanto il tempo stringe. E c’è chi vorrebbe proporre un nome agli elettori entro fine mese.

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