Esami e ricoveri, la sanità fatica ancora. Lunghe attese anche per i malati gravi

Ospedali Nuove denunce: non si trova posto per una risonanza o un controllo urgente. Troppi accessi al Pronto soccorso del Valduce, ieri stop alle ambulanze per alcune ore

Liste d’attesa ancora a rilento e ospedali pieni. I cittadini comaschi lamentano da mesi difficoltà nel prenotare esami e visite entro i tempi della ricetta. Una delle prestazioni particolarmente in crisi è la risonanza magnetica. I lettori spiegano che, chiamato il centralino regionale, bisogna attendere a fine anno oppure il 2023 fuori provincia. L’alternativa come al solito è pagare.

Agli sportelli del Sant’Anna gli operatori spiegano che mancano le disponibilità. E così i pazienti, anche i più gravi oncologici, domandano aiuto ai medici, ai primari più disponibili. Ma perfino loro faticano a trovare un posto. Chiamare ogni giorno da fuori significa perdere ore nella speranza che qualche paziente non si presenti.

I malati cronici che devono eseguire controlli in tempi stretti ogni tre o sei mesi, si trovano spesso a telefonare e a girovagare per gli sportelli con in mano la ricetta. Quando almeno per i casi più delicati, i pazienti che lottano per esempio contro il cancro, dovrebbero esserci delle corsie preferenziali.

Pazienti e famiglie raccontano anche difficoltà nel farsi ricoverare. Ieri il Valduce era così pieno che ha chiesto alle ambulanze di dirigersi verso gli altri presidi dotati di pronto soccorso. «Verso mezzogiorno – spiega il direttore sanitario del Valduce Riccardo Bertoletto – il reparto di emergenza si è intasato e i letti per i ricoveri si sono in fretta esauriti. Una saturazione non prevedibile. Abbiamo poi cercato di far entrare qualche paziente a fronte di alcune dimissioni». Il blocco di un ospedale crea sempre un effetto a catena sugli altri. «In questi mesi stiamo cercando al massimo delle nostre possibilità di evadere esami e visite – spiega il direttore sanitario – ma le richieste sembrano aumentare più velocemente rispetto alle capacità del sistema. E dunque restano le attese».

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