«Fate il dormitorio all’ex Sant’Anna»

Il presidente della Compagnia delle Opere lancia la proposta per dare un riparo alle persone più fragili - «Area di proprietà pubblica e attrezzata». Maesani dice sì in attesa del voto in consiglio: «Ottimo contributo»

Un dormitorio per evitare i bivacchi in città e dare un riparo dignitoso alle persone più fragili. Dove? Il presidente della Compagnia delle Opere di Como Marco Mazzone lancia un’idea: «Nell’area dell’ex ospedale Sant’Anna».

In città prosegue il dibattito sulla necessità di uno spazio per ospitare i tanti senzatetto che dormono per strada e sotto ai portici. Al netto delle decisioni del consiglio comunale - chiamato a esprimersi su una mozione che tocca proprio questo argomento - la società civile si interroga sui gravi casi di emarginazione che si incrociano in molti luoghi della città. «Io credo che una soluzione possa essere l’ex Sant’Anna – dice Mazzone – perché dentro alla cittadella della salute in via Napoleona ci sono già delle strutture organizzate per l’assistenza sanitaria, per la cura delle fragilità, c’è posto anche per i servizi sociali. È un’area che non ha ancora un chiaro futuro, con diversi edifici non utilizzati che non sono in pessimo stato. La proprietà, se non comunale è comunque pubblica, fa capo alla Regione».

L’idea di puntare sull’ex Sant’Anna piace anche a Patrizia Maesani, la consigliera comunale del gruppo misto prima firmataria dell’ormai nota mozione che impegna il Comune ad aprire un dormitorio. «Mi sembra un’ottima riflessione – dice Maesani – il mio pensiero è che il motore dell’iniziativa debba essere pubblico e in effetti la cittadella della salute è dei comaschi. L’ente più coinvolto in questo caso è la Regione, ma anche il Comune potrebbe in questa partita diventare un attore fondamentale».

Mentre il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti commenta: «Mi sembra abbastanza inutile concentrarsi adesso su un singolo luogo o un singolo stabile – dice – prima dobbiamo focalizzare l’attenzione sul dormitorio scrivendo delle regole chiare e pretendendo che la città si faccia carico di restituire dignità alle persone finite per strada».

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