Gasparri: «Il centrodestra
trovi un’intesa locale
O rischiamo di perdere»

«Delle elezioni a Como dovremo iniziare a parlar e anche al tavolo nazionale»

Il vertice di Forza Italia guarda con una certa apprensione all’anomalia comasca, un sindaco al primo mandato che non viene ricandidato a causa delle spaccature nel centrodestra. E spera che il livello locale sia in grado di sbrogliare la matassa e che non sia necessario calare un provvedimento dall’alto.

Per Maurizio Gasparri, responsabile nazionale degli enti locali, ieri a Erba per gli stati generali di Forza Italia sul tema della transizione, l’impasse in cui si trova la coalizione nella ricerca di un candidato sindaco rischia di far ritardare pericolosamente la scelta, come accaduto a Milano e Roma («I prossimi Bernardo e Michetti non li dobbiamo mandare giù - dirà poi sul palco - Nullità imposte da chi diceva di avere i numeri»). E mentre il fronte locale - dal commissario provinciale Mauro Caprani a quello regionale Massimiliano Salini - mantiene il riserbo più totale sui lavori preelettorali, la storica esponente comasca Maria Grazia Sassi auspica un «percorso unitario, non da nemici ma da competitor, ringraziando il sindaco uscente che è stato comunque un sindaco del centrodestra».

Il sindaco uscente

Fair play a parte, la non ricandidatura di Mario Landriscina è in realtà l’unico punto fermo che nessuno nega. Ma il resto è nebbia.

«Delle elezioni a Como dovremo iniziare a parlar e anche al tavolo nazionale - dice Gasparri - Purtroppo ci sono una serie di lacerazioni e divisioni: la prassi è che i sindaci al primo mandato vengano ricandidati, qui invece si è creata una tensione... Addirittura Fratelli d’Italia ha già presentato un altro candidato sindaco (Stefano Molinari, ndr), Forza Italia cercherà di far mantenere a tutti la calma e di agire sul piano locale, penso lo farà Salini che è un ottimo coordinatore regionale, se no lo faremo noi. Ma il nazionale è solo un’istanza d’appello qualora non ci sia intesa a Como».

Qual è la sua impressione sulla situazione? «Devo dire purtroppo che il quadro si presenta problematico e polemico, frammentato, ci sono state uscite estreme. Noi abbiamo 25 capoluoghi che vanno al voto e nella metà ci sono sindaci di centrodestra al primo mandato, la prassi è la ricandidatura, salvo eccezioni quando c’è una lacerazione nella compagine... Ci auguriamo che il tavolo regionale riesca a ricomporre l’aspro dibattito locale». Il rischio è che i tempi si allunghino e si arrivi a ridosso del voto a dover rimediare un candidato... «Certo, dovremmo anticipare i tempi visti gli esiti infausti di alcune scelte che Forza Italia ha subìto all’ultimo momento, mi riferisco a Milano e a Roma, quindi abbiamo avviato il confronto in via preliminare per non arrivare all’ultimo momento... ma il primo passo è dipanare la matassa a livello locale».

Gli azzurri non devono solo fare i conti con la fuga in avanti di Fratelli d’Italia, ma anche con una Lega che, anche se non ancora ufficialmente, ha confermato la fiducia a Landriscina.

Confusione

«Sì c’è un po’ di confusione - dice Gasparri - bisogna riportare saggezza e responsabilità, perché dalle liti nascono le sconfitte. Como è una zona dove il centrodestra storicamente è stato prevalente nelle elezioni di ogni tipo, ma nulla è impossibile quando si litiga. Si può anche perdere laddove la storia, la tradizione e gli umori locali guardano con favore al centrodestra. Quindi l’unico consiglio che posso dare è prendere le decisioni necessarie in ambito locale, senza che diventi necessario alimentare anche dall’alto questa tensione».

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