Gli accompagnatori? Volontari
Per loro corso di una settimana

Gli educatori sotto choc Affiancati dagli psicologi e protetti da una cortina di silenzi e riservatezza

L’intera comunità Agesci di Como si è stretta non solo attorno alla famiglia di Chiara, ma anche ai giovani accompagnatori a cui era stata affidata la responsabilità del campo estivo in Val Camonica, dove il vento ha abbattuto diversi rami, uno fatale per una ragazza di 16 anni.

Il mondo scout comasco si è dato la consegna del silenzio, dopo un incontro che si è tenuto ieri pomeriggio. Con l’obiettivo di proteggere gli accompagnatori che - assicurano voci vicine alla realtà Agesci - sono sotto choc. Al punto da spingere la stessa Protezione civile, già poche ore dopo la tragedia, ad attivare due psicologi per prestare assistenza non solo ai ragazzi minorenni che partecipavano al campo, ma anche - se non soprattutto - a chi del campo aveva la responsabilità.

Tutti giovani volontari che frequentano una settimana di campo scuola per prepararsi all’appuntamento estivo, ma che di fatto lavorano tutto l’anno - in occasione delle uscite periodiche del fine settimana - per quello che viene considerato uno degli appuntamenti più importanti nel lavoro di crescita dei giovani scout.

La filosofia di fondo del mondo Agesci è di responsabilizzare gli scout fin da bambini. E l’attività del campo estivo serve proprio questo: a rendere autonomi e più responsabili tutti coloro che scelgono di far parte di questa realtà, che da sempre è un punto di riferimento per i bambini e per i ragazzi e per le famiglie che abbracciano la filosofia dello scoutismo.

A scegliere le zone dove fare il campo estivo sono i responsabili dei vari gruppi territoriali, anche se parliamo di aree già sperimentate in passato. Una volta scelta la zona si preparano le attività, anche a fronte dei luoghi dove il campo si tiene. Ad esempio, nel caso della Valcamonica per poter piazzare le tende in luoghi pianeggianti e non scoscesi sono state realizzate piattaforme sugli alberi, come quella in cui stava Chiara. Per quanto si cerchi di organizzare campi sicuri, gli imprevisti avvengono. Ed anche per questo ogni ragazzo del gruppo viene assicurato. Ma l’assicurazione nulla può di fronte alle conseguenze emotive e umane di lutti come quello di Chiara. Da qui la scelta degli scout: stringersi attorno agli accompagnatori. E proteggerli, anche con la linea del silenzio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA