Il Comune chiude la piscina: «Problemi di sicurezza, non possiamo fare altro»

Il caso Dopo polemiche e proteste arriva la decisione riguardo all’infrastruttura di via del Dos: «La cooperativa entro il 31 luglio deve riconsegnare le chiavi»

Il Comune ha chiesto alla cooperativa Colisseum di restituire le chiavi della piscina di via del Dos: «La struttura non è sicura». Ieri in serata Palazzo Cernezzi ha fatto sapere con una nota che il dirigente ai Servizi sociali ha escluso ogni possibilità di proroga alla cooperativa che gestiva il centro. La scadenza del 31 luglio dovrà quindi essere rispettata.

- Il riassunto delle puntate precedenti: il braccio di ferro con Palazzo Cernezzi per il rinnovo della concessione delle piscine in via del Dos, poi l’incontro pubblico col neosindaco Alessandro Rapinese e le promesse sul futuro di Colisseum, il tentativo di chiudere una delle piscine dell’infastruttura per problemi strutturali e il ricorso (vittorioso) al Tar da parte della cooperativa e ora la battuta finale, la chiusura.

«Non si tratta di una scelta politica – spiega l’amministrazione comunale attraverso l’ufficio comunicazione - ma di una questione squisitamente tecnica, legata alla sicurezza dei luoghi. Le problematicità sulla sicurezza sono state sollevate dall’Ats Insubria, da Colisseum stessa e dai tecnici del Comune».

«Al fine di garantire i servizi ai disabili – questo è invece il commento del sindaco Alessandro Rapinese- in campagna elettorale promettevo una proroga a Colisseum in via del Dos. Ora che è venuta meno la possibilità di utilizzare via del Dos, l’impegno non cambia di un millimetro: i servizi ai disabili verranno garantiti in altri plessi. Circa l’impianto di via del Dos, appena Colisseum restituirà le chiavi, partiranno i lavori per la centrale termica. Si inizierà così, finalmente, a migliorare la struttura, che per troppi anni non è stata manutenuta. Il plesso ha gravi problemi di sicurezza da risolvere ed è questo il motivo per il quale il Comune si è detto contrario alla proroga. Stiamo lavorando alacremente e siamo fiduciosi che non ci sarà alcuna ripercussione concreta per i disabili». Il sindaco ammette una distanza tra le promesse fatte in campagna elettorale e quanto poi deciso nei fatti dentro a Palazzo Cernezzi.

«Siamo basiti, valuteremo la decisione presa dall’amministrazione con i nostri legali – commenta Franco Campanella, vice presidente di Colisseum – forse la nuova giunta all’improvviso ha altri obiettivi. Non l’interesse delle tante famiglie con disabilità desiderose di continuare a nuotare. Il Tar si è già pronunciato, può darsi che i giudici abbiano preso un abbaglio. Gli interventi andavano fatti, sì, ma a suo tempo. Ora si sceglie di chiudere per fare dei lavori alla caldaia, quando l’oggetto della riqualificazione è la piscina piccola. Si poteva decidere di prorogare e valutare il blocco della sola vasca in questione. Così chissà quando riaprirà la struttura. Questa soluzione non è la migliore per la collettività, non è la migliore per Como».

I sindacati con un comunitario unitario proprio ieri sul caso avevano chiesto un incontro con il prefetto.

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