Inquinano e sprecano: Como, la sfida
allo smog parte dai condomini

Il riscaldamento degli edifici residenziale è la seconda causa d’inquinamento (dopo il trasporto) e i condomìni con impianto centralizzato sprecano oltre il 50% - Presentata la campagna di diagnosi gratuita

Il riscaldamento degli edifici residenziale è la seconda causa d’inquinamento (dopo il trasporto) e i condomìni con impianto centralizzato sprecano oltre il 50%. Oggi, però, per questi ultimi è possibile trasformare lo spreco in efficienza energetica. Se n’è discusso ieri in un convegno organizzato da ECOndominio con il patrocinio di Regione, Provincia e Comune, in collaborazione con Anaci Como. Le strutture abitative, sul nostro territorio, sono piuttosto vecchie: «L’argomento riguarda tutti – commenta l’assessore all’Ambiente Bruno Magatti -. Dobbiamo dircelo: servono risposte strutturali, in grado di modificare in maniera radicale le città. Le scelte avranno un impatto sui valori degli immobili».

Inoltre, il piano regolatore di Como non prevede nuovo consumo di suolo: «Diventa – dice - ancora più importante la ristrutturazione e l’ammodernamento. La riqualificazione energetica è un processo capace di essere un volano per mettere in moto l’economia. Inoltre, la volontà politica di sostenere e promuovere la diffusione dell’efficienza energetica ha trovato riscontro a livello comunitario nella direttiva europea dell’11 settembre 2012». All’incontro, moderato dal giornalista de Il Sole 24Ore Saverio Fossati, hanno partecipato una quarantina di amministratori. «Il patrimonio edilizio del Lario non è di recente costruzione – aggiunge Rosaria Molteni, presidente Anaci Como – i condomini non sono tutti informati e a conoscenza delle nuove normative. Per questo, chi amministra deve proporre ed essere una guida. L’applicazione dei ripartitori di calore dovrà avvenire entro il 31 dicembre di quest’anno: il tempo scorre ed è necessario agire in fretta».

Il convegno è stata l’occasione per l’avvio della nuova campagna di diagnosi energetica gratuita 2016 (patrocinata dalle istituzioni e, oggi, già attiva in 7 regioni e 39 province): si mette a disposizione degli stabili del territorio altre 50 diagnosi: se si tramutassero in interventi, sarebbero tagliate altre 1105 tonnellate di CO2.

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