La storia infinita del lungolago di Como
Vecchie paratie, ultimo viaggio. A Venezia

Il reportage Dopo cinque anni liberato il deposito di Molteno dalle “palancole”, domani altri due trasporti

Da cinque anni quello che rimaneva del vecchio lungolago era abbandonato a Molteno, a 23 chilometri da Como. Decinee decine di “palancole” in acciaio accatastate l’una sull’altra e, nella stessa zona, cordoli e grandi massi in granito. Il materiale era stato portato lì, a due passi dal cimitero dove, fino al 2013, c’era sepolto Lucio Battisti, nell’aprile del 2017, quando la Regione aveva fatto ripartire il cantiere bloccato da anni.

La segnalazione

A metà febbraio “La Provincia” raccontò la storia della fine che aveva fatto una parte del materiale utilizzato inizialmente per quella che avrebbe dovuto essere una grande opera iniziata nel 2008 con l’obiettivo di concludersi in poco meno di tre anni, ma ancora oggi senza la parola “fine”. Il sindaco di Molteno Giuseppe Chiarella aveva espressamente dichiarato che «quel materiale è un problema perché deturpa il paesaggio».

Il tutto era stato trasportato in un’area messa a disposizione gratuitamente dalla Rodacciai e appositamente transennata per garantire la sicurezza. Quel deposito avrebbe dovuto essere temporaneo ma, come spesso accade in Italia, si era ben presto trasformato in definitivo. Nessuno si era più interessato di quelle enormi barre, rimaste lì abbandonate. Adesso, però, qualcosa si è mosso e venerdì la grossa gru della ditta Porro (che già le aveva trasportate, nell’aprile del 2017, da Como a Molteno e, nell’estate del 2021, ne aveva riportate alcune sul lungolago poiché servivano nell’area di cantiere) è tornata in azione caricando le palancole una ad una su due bilici identificati come “trasporti eccezionali”. Ciascuna lastra pesa anche più di due tonnellate ed ha una lunghezza di circa 20 metri.

I due camion sono poi partiti con destinazione Venezia, nella sede dell’azienda Renzo Rossi Costruzioni, capofila del raggruppamento di imprese che si è aggiudicato il nuovo appalto per portare a termine la sistemazione del lungolago di Como. Nella giornata di domani sono previste le ultime operazioni e l’ultimo (definitivo) viaggio di uno dei simboli del cantiere delle paratie antiesondazione, rimasto per nove anni dietro le reti a due passi dal lago e, poi per altri cinque nell’area di fronte al cimitero di Molteno. Come detto una parte del materiale era stata riportata a Como lo scorso mese di giugno per essere riutilizzata sul cantiere. Una decina i viaggi, poi lo stop. Da allora di nuovo tutto sempre uguale nel Comune della provincia di Lecco, in quello spazio verde da cui si vedono la ferrovia, poco distante, e la chiesa. Quelle palancole, però, a Como non servono più proprio dall’estate scorsa, quando si decise in parte di cambiare il sistema costruttivo (le barre di acciaio, nei punti più critici, anziché infiggersi sul fondale pieno di grosse pietre, si aprivano una dopo l’altra, perdendo così la loro utilità).

«Serviranno altrove»

Ora l’ultimo atto con i simboli del disastro comasco - almeno fino alla ripartenza dei lavori che si concluderanno l’anno prossimo - arrivati a Venezia. Dove di paratie ne sanno più di qualcosa. «Avevamo dato l’area gratuitamente alla Regione nel 2017- dice Gianluca Roda , presidente del gruppo Rodacciai - ma poi non avevamo saputo più nulla. Sono contento che siano state portate via e, in un momento così delicato anche per gli approvvigionamenti dei materiali, potranno essere utili per altri cantieri». Sipario.

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