Mai così tanti positivi: ieri 1.452
Fino a 12 giorni per un tampone

Esplodono i casi per effetto della variante Omicron, molto più contagiosa della Delta - I medici comaschi: «Tempi lunghissimi dal momento della richiesta del test all’effettuazione»

Non ci sono mai stati così tanti nuovi positivi in un solo giorno. Un record nero, quello raggiunto ieri, quando nel Comasco sono emersi 1.452 casi accertati.

Il dato sui positivi supera quello del 10 novembre dello scorso anno, giorno in cui si era raggiunto il picco di 1.356 contagiati. Certo, la situazione è oggi differente rispetto a tredici mesi fa. E il boom di positivi può essere letto come una conseguenza dell’alto numero di tamponi che si stanno eseguendo.

Talmente tanti test, per chi avverte i sintomi “sospetti” o ha scoperto di essere un contatto stretto di un positivo, che il sistema sta andando in tilt. Troppe richieste, per diagnosi, guarigioni, quarantene. E le tempistiche per i tamponi diventano biblici. C’è chi, sintomatico, deve attendere fino al 9 gennaio per poter essere sottoposto al tampone con Ats.

Tempi lunghi, «troppo lunghi» dalla richiesta del test «per i sospetti positivi o i contatti stretti», ha rilevato il presidente dell’ordine dei medici di Como Gianluigi Spata .

Se prima l’attesa durava al massimo uno o due giorni, adesso «se va bene ne passano cinque o sei, certo poi la risposta con l’esito è quasi immediata», ha aggiunto. I medici fanno la richiesta dei tamponi tramite l’apposita piattaforma, e la risposta sulla tempistica è questa. Lunga. Oppure, si trova «disponibilità fuori Como, con non pochi disagi per le persone».

La causa? «Sono aumentati i casi positivi», spiega Spata. Che però mette in evidenza un dato (realmente) positivo: «Tutti i vaccinati contagiati sono asintomatici o hanno una forma molto leggera», rilanciando l’appello alla prudenza: «Siamo ancora in emergenza, si devono rispettare le misure di sicurezza».

La possibilità di inserire nuovi nominativi per fare i tamponi in tempi rapidi, ha confermato il dottor Giuseppe Enrico Rivolta , è quasi completamente bloccata. Ieri è stato possibile inserire qualche appuntamento, ma in linea generale i medici si trovano in difficoltà nel poter calendarizzare il test per gli assistiti.

Così come nel resto del Paese, anche a Como, ha evidenziaato Massimo Monti , segretario Fimmg Como, si è registrata un’esplosione di casi, anche se fortunatamente con «una sintomatologia blanda, grazie alla massiva campagna vaccinale la malattia è attenuata».

Ma c’è il caos tamponi. «Il problema è stabilire la diagnosi e che ci siano tempistiche ragionevoli per liberare le persone dalla quarantena». Per l’inizio del periodo di isolamento dei positivi, ha aggiunto Monti, «il dottore può fare i test rapidi e la diagnosi», in modo da cercare di alleggerire il sistema. Anche i tamponi eseguiti nelle farmacie sono tracciati. «Il problema sono quelli che le persone fanno da sole in casa», ha evidenziato.

Perché l’eventuale positività potrebbe restare “nell’ombra”. Tornando ai test “ufficiali”, che i medici “prenotano” sulla piattaforma, «quelli richiesti come diagnostica vengono fatti un po’ prima», è l’impressione del medico. Ma chi è risultato positivi sollecita poi i test per accertare la negatività e uscire così dall’isolamento. Così come i contatti stretti chiedono i test per concludere la quarantena. Per i contatti, «è sufficiente il test negativo rapido, mentre per i positivi è necessario quello molecolare o antigenico di terza generazione».

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