Messaggio del Como
Già pronti 40 milioni
per lavori allo stadio

società ha incontrato tutti i candidati sindaco per spiegare le linee guida di quello che ha in mente. Concessione lunga e niente trasloco: chance o problema?

Eravamo abituati che sul tema stadio arrivassero sempre tutti un po’ in ritardo. Un po’ perché le società precedenti non avevano soldi per pensare a una ristrutturazione, un po’ perché per la politica lo stadio (con la squadra tra C e D) era l’ultimo dei problemi. La notizia che il Calcio Como abbia incontrato separatamente i candidati sindaci alle prossime elezioni di giugno, per spiegare la loro visione, fa capire (se non fosse stato abbastanza chiaro) che le cose sono cambiate. La società in mille maniere ha mandato messaggi sulla profondità del progetto, sulla sua durata e sulla volontà di fare delle partite di calcio a Como un brand esportabile. Ora, con questa iniziativa, mettendo tutti sullo stesso piano, ha voluto anticipare i tempi: chiunque salga al potere, adesso sa di cosa si sta parlando, sa chi ha di fronte e le sue aspettative. Il tempo degli equivoci è finito. Cosa ha detto il Como ai candidati? Ha messo in chiaro quelle che sono le linee guida del loro progetto, ha spiegato quali sono le aspettative e le mire della società. Oltre non si può certo spingere, l’impianto non è suo. Ma meglio essere chiari. Dunque:

1. La società ha ribadito la volontà di andare all’assalto della serie A nel giro di 3 o 4 anni (per eccesso);

2. Ha confermato la necessità di sedersi a un tavolo per una concessione (molto) più lunga dei 12 anni ottenuti all’ultimo step (si era parlato di 99 anni);

3. ha confermato la disponibilità di una ingente somma di danaro pare attorno ai 40 milioni per ristrutturare il Sinigaglia;

4. Ha confermato che per la società il progetto è molto appetibile se si tratta di confemare l’attuale affascinante posizione del Sinigaglia.

Commerciale

Traducendo in termini di trattativa commerciale, più o meno le cose suonano così: ci sono i soldi per fare un bel lavoretto in cui ci può scappare anche una bonifica dell’area, ma lo stadio deve rimanere lì e la concessione deve essere lunga. L’approccio è stato molto professionale e la sensazione è che dopo decenni di melina, non ci sia uno dei candidati sindaci che in cuor suo non abbia l’acquolina in bocca per mettere mano a un tema che da anni fa acqua da tutte le parti. L’atteggiamento della società conferma anche ai tifosi e ai cittadini in genere che ci sono idee chiare e che è venuto il momento di trattare concretamente l’argomento.

Cifre

Quaranta milioni non sono i settanta di cui si parlò tempo fa (anche per il gruppo tedesco che si avvicinò a Porro), per la creazione ex novo di un mega impianto, ma bastano per fare del Sinigaglia un gioiellino in riva al lago. Purtroppo l’ultimo venerdì di campionato ha portato a galla una seri di argomentazioni che andranno trattate.

Se la città va in difficoltà per 1300 cremonesi, allora sì che bisogna chiedersi se si può fare calcio in quella posizione. In serie A vivi anche di immagine, e non puoi far venire inviati delle testate nazionaili o ospiti vip senza dar loro un parcheggio, e non puoi non prevedere un sistema che lasci i mezzi dei tifosi ospiti fuori dalla città. Perché in serie A quello che è successo venerdì, succede una partita sì e l’altra anche.

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