Polemica skaters: il caso innesca il dibattito sulle politiche giovanili a Como

Sport e giovani Dalle multe affibbiate la scorsa settimana a cinque giovani sullo skateboard a San Francesco, fino all’assenza di spazi per la socialità e per lo sport sul territorio cittadino: il dibattito in questi giorni sta interessando Como

È iniziato tutto con le cinque multe con cui lo scorso giovedì sono stati puniti cinque ragazzi colti in largo Spallino, davanti all’ex chiesa di San Francesco, mentre utilizzavano i loro skateboard. La motivazione delle singole multe, 50 euro a testa, erano le seguenti: «recano danni a manufatti, creano molestie o pericolo ai pedoni in transito». E poi sulla stessa multa la dichiarazione dei giovani: «è l’unico posto adatto a fare skateboard, non ci sono aree attrezzate a Como».

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Tanto è bastato perché il caso desse il via a una fiammata di polemiche, variamente indirizzate, sul tema degli spazi disponibili in città per i giovani e in particolare per l’attività sportiva. All’origine una questione non nuova - gli skaters a San Francesco si ritrovano fin dagli anni Novanta - che ha però richiamato anche l’attenzione del sindaco Alessandro Rapinese. Quello dell’assenza di spazi per i giovani - ma non solo, anche per le associazioni e in generale per la socialità cittadina - è stato un argomento caldo della scorsa campagna elettorale, su cui diverse volte i candidati sindaco sono stati interrogati. Al riguardo, si è espressa anche l’Unione degli studenti comasca, che ha criticato proprio il primo cittadino sulle promesse fatte in campagna elettorale specificamente riguardo a uno skate park in città che ancora non ha trovato attuazione.

Ma il caso ha trovato poi spazio per una discussione più ampia grazie all’intervento della mamma di uno degli skaters multati che ha ricordato l’esigenza di una maggiore attenzione alla socialità dei giovani e alla creazione di luoghi dove possano realizzare concretamente le loro passioni. Nel frattempo i controlli nel piazzale accanto al Tribunale da parte della polizia locale sono stati diversi. Alle loro spalle ci sarebbe un esposto presentato dai residenti di via Mentana: contro al frastuono provocato dai ragazzi che fanno skateboard hanno realizzato negli scorsi mesi una raccolta firme poi inviata al Comune e al comando di polizia locale sollecitando contro misure. La polemica insomma è accesa e si inserisce in quello che ha tutta l’aria di essere uno scontro tra due diverse idee di città e diverse richieste mosse al Comune dai comaschi.

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I vigili cacciano (di nuovo) gli skater. Il sindaco Rapinese: «Non li ho mandati io». Video di Andrea Butti

Resta da vedere come si muoverà nei prossimi giorni Alessandro Rapinese, a partire dal caso skaters ma senza dubbio anche sul complesso argomento degli impianti sportivi del territorio cittadino e sull’assenza di spazi adibiti alla socialità giovanile (e non solo).

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