Salta “Lady Demonique”
Calenda la fa togliere dalla lista

Nonostante Minghetti e i vertici locali di Agenda 2030 avessero difeso Zaghi, ieri la decisione da Roma di escludere la candidata “hot”

Doha Zaghi , in arte “Lady Demonique”, che si definisce “dominatrice” e “performer” decisamente hot, non sarà candidata alle prossime elezioni amministrative e il suo nome, indicato da Azione, verrà tolto dalla lista Agenda Como 2030, che sostiene la candidata sindaco Barbara Minghetti .

La decisione è arrivata direttamente dal leader nazionale Carlo Calenda , nonostante sia Minghetti, sia il coordinatore provinciale di Azione Andrea Luppi (silurato da Calenda via Tweet con un «Nomineremo un coordinatore adeguato») l’avessero difesa. Proprio Minghetti domenica aveva dichiarato a “La Provincia”: «Francamente sono sorpresa per il clamore che ha suscitato questa “notizia”. Doha ha contribuito con serietà e ricchezza di proposte al nostro lavoro sul programma. Capisco il bisogno di colorare la campagna elettorale, ma sarebbe bello che nel 2022 ci concentrassimo su cose serie».

A Roma, però, erano di un altro avviso visto che Calenda, via Twitter, scriveva: «Come ovvio non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Se si trattasse di fatti privati nulla questio, ma direi che non ci sono i presupposti perché sia una candidata di Azione. Me ne occuperò». E nel pomeriggio di ieri dai vertici regionali del partito di Calenda è arrivato lo stop alla candidatura: «La signora Doha Zaghi non sarà candidata nelle liste di Azione alle prossime elezioni comunali di Como. Non ci sono le condizioni per presentare la candidatura, non c’è alcun giudizio morale ma semplicemente la presa d’atto di una indicazione inopportuna e di un contesto non favorevole».

Nel frattempo della candidatura di “Lady Demonique” e delle sue performance erotiche su portali web dedicati, che hanno anche contenuti blasfemi, se ne sono occupati i media nazionali Ne hanno parlato giornali, tv, radio, siti internet. E lei non si è tirata indietro. Alla trasmissione “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1 ha dichiarato: «Accetto di non esser più candidata, ne prendo atto, consapevole che l’Italia è un paese dove c’è ancora la discriminazione, perché questo è un caso di discriminazione».

Intanto, però, i partiti che compongono la coalizione di Agenda Como 2030, la pensando in modo molto diverso. Si è detto della difesa di Zaghi da parte dei locali. Ieri, dopo lo stop di Calenda, è intervenuto Giordano Masini , coordinatore della segreteria di + Europa, dicendo: «La candidatura di Doha Zaghi nella lista Como 2030, che +Europa sostiene alle amministrative di Como, non ci sembra una notizia né tantomeno in sé uno scandalo. Il sex work è un ambito lavorativo e come tale deve essere trattato, non solo in termini di pubblica opinione ma anche attraverso un impianto normativo che garantisca alle operatrici e agli operatori tutele, garanzie e diritti, evitando i rischi insiti nella clandestinità. Ci uniamo quindi alla solidarietà espressa nei suoi confronti da parte della candidata sindaca Barbara Minghetti e della lista Como 2030, e ci auguriamo che il confronto pubblico in vista delle elezioni amministrative si concentri sui programmi politici». Tornando a Como cercano di glissare i renziani di Italia Viva. «Mi limito a prendere atto della decisione comunicata da Azione, nel merito della quale non entro come del resto non sono entrato in precedenza. Di parole ne sono già state spese troppe. Torniamo su Como e sulle proposte per la città» le parole del coordinatore Alberto Gaffuri.

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