Scuola, che scandalo: gli alunni più fragili lasciati soli. Mancano almeno cento insegnanti di sostegno

Sui banchi Situazione più grave negli istituti comprensivi tra i bimbi di infanzia ed elementari. La preside: «Le assegnazioni non hanno tenuto conto delle condizioni degli alunni disabili più gravi»

La scuola è iniziata da tre settimane e, ancora oggi, servono un centinaio di docenti per il sostegno. E la situazione è grave, soprattutto all’infanzia e nelle primarie. Il rapporto uno a uno con gli alunni portatori delle più gravi disabilità non è rispettato. Sono soprattutto gli istituti comprensivi a lamentare organici insufficienti per stare accanto ai bambini più in difficoltà, quanto ai sindacati sono pronti perfino a diffidare il Ministero, chiamando in causa il provveditorato. Nella nostra provincia sui banchi hanno iniziato da quasi un mese la scuola 3mila alunni con disabilità.

«Il problema sul sostegno è evidente – dice Giuseppina Porro, dirigente scolastica all’istituto comprensivo Como lago – le risorse sono minime. Non bastano le ore per coprire i fabbisogni». In via Brambilla il rapporto è di uno a 2,7 tra insegnanti di sostegno e studenti disabili. La situazione è peggiore all’istituto comprensivo Como centro. «L’attribuzione delle cattedre sul sostegno non è sufficiente – spiega la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Rebbio Daniela De Fazio – Le assegnazioni non hanno tenuto conto della gravità, delle condizioni degli alunni disabili. Così non riusciamo a garantire il rapporto uno a uno per i bambini più fragili».

«Siamo pronti a diffidare il Ministero. Per legge i bambini con una disabilità grave hanno diritto ad un docente di sostegno, con un rapporto uno a uno. Le coperture oggi non bastano»

I presidi hanno inviato le loro osservazioni con le relative recriminazioni all’ufficio scolastico territoriale e all’ufficio scolastico regionale. Si attendono risposte. Le scuole chiedono il supporto delle associazioni dei genitori per fare sentire la loro voce. «Abbiamo saputo dalle scuole della grave carenza - dice Alessandra D’Elena, una dei referenti dell’associazione genitori A Scuola Como – anche se non abbiamo una mappatura chiara. Siamo pronti ad aiutare e supportare i presidi».

«Siamo pronti a diffidare il Ministero – spiega Gerardo Salvo, segretario della Uil Scuola Como – per legge i bambini con una disabilità grave hanno diritto ad un docente di sostegno, con un rapporto uno a uno. Le coperture oggi non bastano. Così finisce che l’unico insegnante presente in aula deve gestire i bambini in difficoltà in contemporanea con tutto il gruppo classe. Si creano così situazioni molto delicate. Secondo le nostre stime mancano almeno un centinaio di docenti. Non è una questione di mancanza di professionisti, ma soltanto di risparmio». Scarseggiano i docenti specializzati nel sostegno, ma dalle graduatorie possono essere chiamati altri insegnanti. In questo caso secondo presidi e sindacati sono poche proprio le cattedre assegnate agli istituti.

Per sopperire a queste necessità poi i Comuni in genere offrono un sostegno tramite gli educatori. Il Comune di Como ha fatto partire quest’anno il progetto dell’educatore di plesso, un educatore che faccia da riferimento per ogni scuola. Alcuni istituti però non hanno digerito l’idea, perché così devono gestire una figura per coprire diverse esigenze. Quando invece in teoria ogni bambino avente diritto dovrebbe avere il suo monte ore personale.

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