Turismo, gli albergatori chiedono dati: «Solo così possiamo gestire i servizi»

La richiesta Il presidente della categoria Luca Leoni: «Servono i numeri in tempo reale» - «Presenze esplose, non possiamo interrogarci a giugno sui problemi della stagione»

Per fare il turismo servono i numeri.

Gli albergatori comaschi denunciano la mancanza di una puntuale rendicontazione degli arrivi e dei flussi turistici, raggiunto ormai il pieno della stagione estiva, nell’anno del record assoluto sul Lario. Senza un monitoraggio pubblico e accorto rischiamo,come già successo quest’anno,, di arrivare impreparati anche alla programmazione del 2024. I dati, condivisi, servono per organizzare i trasporti, via acqua e via gomma. Per colmare le lacune, sono necessari per potenziare i servizi, come la raccolta dei rifiuti, oppure per gestire parcheggi e collegamenti. Ma troppo spesso le aziende e gli enti interessati tengono per sé queste informazioni fondamentali.

«Dobbiamo raccogliere dati, informazioni, numeri – dice Luca Leoni, il presidente degli albergatori comaschi – il settore del turismo prima del Covid aveva una sua portata, poi qui a Como e sul lago è esploso. Siamo in overbooking. Dobbiamo gestire meglio l’accoglienza, i collegamenti, i servizi. Ma per riuscirci dobbiamo condividere informazioni precise. La Navigazione deve comunicare il numero dei passeggeri nelle singole tratte, per provenienza e destinazione. Così pure Asf deve indicare in maniera dettagliata i flussi, le corse più usate. Dalla Provincia e dalla Camera di Commercio ci aspettiamo un rendiconto dei turisti presenti, per nazionalità e giorni di permanenza. E così pure dal Comune per le case vacanze».

Sono dati che esistono, anche aggiornati in tempo reale, i singoli soggetti interessati li hanno sotto mano, ma a volte sono restii a offrire questo bagaglio prezioso alla comunità in maniera diretta. «Male, anche il prefetto mi ha chiamato per condividere una logica, una strategia – dice ancora Leoni – ma senza statistiche, senza numeri, è complicato prepararci all’ondata turistica. Ormai qui a Como l’alta stagione dura da aprile a ottobre, non è più un fatto relegato a luglio e agosto. Anzi, a mio parere mesi come giugno registrano arrivi molto superiori».

«Conoscere presenze, mobilità, nazionalità, flussi - prosegue Leoni - è fondamentale per preparare il territorio. Altrimenti arriveremo di nuovo con l’acqua alla gola uno e due mesi prima dell’inizio della stagione, senza soluzioni sul 2024 per quanto riguarda cantieri, opere, parcheggi, trasporto pubblico. Non credo che la questione debba interessare enti troppo sovraordinati come lo Stato e la Regione. Dobbiamo pensarci noi, tra Comuni, Provincia e Camera di Commercio. È troppo tardi mettersi a parlare a giugno di problemi connessi al turismo. Anche perché ormai a Como non c’è più la bassa stagione. Dobbiamo conoscere la situazione reale per tempo, con numeri precisi».

Non bastano quindi dati disaggregati e forniti a distanza di mesi se non di anni, c’è bisogno di una comunicazione che sia accessibile, pubblica, precisa e condivisa. Senza segreti e silenzi.

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