«Il “Città di Como”: premio grandi numeri»

Intervista Giorgio Albonico, ideatore e promotore del Premio letterario: «Un solo rammarico in questo 2022: il mancato patrocinio del Comune»

Sono circa duemilasettecento i partecipanti alla IX edizione del Premio Letterario Città di Como. Un poderoso esercito di autori che hanno scelto di partecipare alla competizione letteraria organizzata dall’Associazione Eleutheria. Le iscrizioni sono state chiuse già da tempo e si aspetta che si compia l’operato della macchina organizzativa della competizione letteraria, in cui un infaticabile e numeroso gruppo di lettori prepara il terreno all’operato della Giuria, per l’assegnazione dei premi, suddivisi tra le diverse categorie in cui è strutturato il “Città di Como”.

L’appuntamento per la cerimonia di premiazione è intanto fissato per il 30 ottobre e si terrà nella elegante Sala Bianca del Teatro Sociale di Como. Facciamo il punto della situazione con Giorgio Albonico, ideatore e convinto promotore del Premio.

Albonico, anche quest’anno, l’adesione alla competizione è stata alta…

Sì. Nonostante le iscrizioni siano state chiuse in anticipo, rispetto all’anno precedente, abbiamo avuto un’ottima risposta da parte del pubblico, inferiore soltanto a quella che ci fu durante il periodo, de tutto particolare del lockdown. Ci attestiamo quindi su numeri alti che ci danno molta soddisfazione e ci permettono, soprattutto, di pianificare con agio le prossime iniziative.

Come sempre, il “Città di Como” prevede diverse sezioni. Gli autori hanno mostrato uguale gradimento per tutte?

Il bando prevedeva, anche per l’edizione 2022, la grande divisione tra testi editi e inediti, oltre ad una suddivisione tra generi diversi: poesia, narrativa e saggistica. C’era poi la possibilità di inviare opere multimediali, ma anche testi autobiografici, opere a tema e altro. Avevamo inserito anche la sezione “Immaginazione e creatività”, dedicata a testi per proporre idee volte a rende il mondo un luogo migliore. È un’idea che però non ha ottenuto l’attenzione sperata da parte degli autori. Io però non mi do per vinto e la riproporrò ancora, anche perché abbiamo bisogno di creatività.

E il genere che ha avuto più successo?

Devo dire che funziona molto l’autobiografia. Sono in tanti a volersi raccontare e devo dire che ci sono, tra le opere arrivate quest’anno storie davvero emozionanti, che scuotono.

Ad esempio?

Mi ha molto colpito il racconto, tra esperienza di vita e saggistica, dal titolo “Senza sbarre” di Cosima Buccoliero, ex direttrice del Carcere di Bollate. Nel nostro Premio, abbiamo anche una sezione dedicata proprio alla scrittura dalle carceri.

Anche quest’anno, dati i numeri, è importante il lavoro dei tanti gruppi di lettura che siete riusciti ad “arruolare”…

Sì, i lettori sono preziosissimi perché offrono un contributo fondamentale e aiutano la Giuria. È importante il contributo di tutti e abbiamo coinvolto molti giovani come gli studenti del Liceo Volta di Como.

La giuria presenta sempre nomi di alto livello?

Certo, a partire dal presidente, Andrea Vitali. Siamo molto felici di avere nel gruppo personalità di assoluto spicco. Per il prossimo anno, quello del decennale, vorrei aumentare il numero delle presenze femminili.

Ecco, appunto, parliamo del futuro. I dieci anni sono già un bel traguardo da festeggiare…

Ci stiamo lavorando e vorrei realizzare ancora eventi a corollario come la Crociera letteraria in battello e incontri con gli autori. Credo che il “Città di Como” possa offrire un arricchimento alla cultura cittadina. È per questo che mi ha rattristato, quest’anno, il mancato patrocinio del Comune.

Per quali motivi?

Motivi burocratici, dicono. Io credo che il “no” dipenda dalle scelte dell’ufficio cultura che spesso fa scelte tutte sue e impone il proprio “marchio” sulla politica culturale del Municipio.

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