La voce di Jessica:
e la favola comincia

Comasca d’adozione, Jessica Molinari legge in questi giorni storie al telefono: per i bambini. Ama in particolare Rodari: «La carica emotiva è più forte di quella che può scaturire da un video in Rete»

Jessica Molinari – veneziana d’origine e comasca d’adozione – è atelierista e da anni collabora con diverse scuole per l’infanzia, con cui organizza laboratori esperienziali per bambini dai tre ai sei anni.

«In questo periodo la mancanza del contatto con i bambini è fortissima - racconta - . Prima della chiusura causata dall’emergenza, avevamo avviato alcuni laboratori di lettura, a cadenza settimanale, che stavano dando grande soddisfazione. Contrariamente a quanto si pensi, i bambini amano sentire raccontare e leggere le storie e quegli incontri stavano dando risultati ottimi. Durante i primi giorni a casa ho dunque iniziato a girare alcuni video “casalinghi” nei quali leggevo alcune storie, per poi girarli nelle chat dei laboratori o pubblicarli sulla pagina Facebook».

Appassionata della lettura, Jessica ha a sua volta scritto alcuni racconti e fin da piccola ama Gianni Rodari: «Quando ho scoperto che in rete erano nate diverse iniziative legate alla lettura delle “Favole al telefono”, non ho potuto fare a meno di mettermi a disposizione a mia volta. Ho dunque segnalato il mio numero – 324/6019345 – ai contatti che ho sui social e su Whatsapp, spiegando che i genitori avrebbero potuto chiamarmi per metterci d’accordo sulle telefonate ai bambini e alle bambine. In genere concordiamo in anticipo un momento della giornata, così che io possa dedicarmi completamente a lui o lei senza esser distratta da altro; chiedo sempre prima il nome e l’età, così che il contatto possa essere il più personale possibile, con una storia scelta ad hoc che io rileggo prima per essere il più spontanea possibile. Una volta al telefono, saluto i bimbi chiedendo loro com’è andata la giornata, cosa stanno facendo. Sono momenti molto belli, in cui la loro innocenza emerge in tutta la sua grandezza; si percepisce quanto i bambini si sentano al centro di quel momento, dedicato solo a loro. La carica emozionale è addirittura più forte di quella che può scaturire dai video, che comunque danno soddisfazione perché – come per quelli realizzati per l’associazione Abio – possono essere visti in ogni momento e magari servono in momenti di difficoltà o per prendere sonno».

Tanti sono stati i genitori che hanno chiamato Jessica, e non solo per far leggere le storia ai propri figli: «è capitato anche che una mamma mi abbia chiesto di leggerle “La famosa pioggia di Piombino”, perché originaria di quelle zone. Inizialmente sono state soprattutto persone che conoscevo, poi sono arrivate richieste anche da altri. Un messaggio divertente è arrivato anche da una signora che mi diceva che il figlio – di tre anni – aveva talmente associato le due figure da chiamarmi “Jessica Rodari”; al di là della confusione, è interessante notare come un bimbo così piccolo si ricordi dell’autore. La scelta di Rodari – di cui quest’anno cade il centenario dalla nascita - è dovuta anche al fatto che le sue storie si prestano molto bene anche per la lunghezza; è stato su tanti fronti un precursore dei tempi e anche in questo momento lo si riconosce».

L’emozione che questa esperienza regala è molto forte anche per Jessica, che trova questi momenti molto importanti: «mi tengono su di morale - ammette - , in un periodo difficile per tutti e in cui ancora di più manca il contatto fisico, che con i bambini della scuola dell’infanzia è sempre forte. Per preservare il ricordo di questi giorni ho iniziato ad attaccare su ciascuna favola un post-it con il nome e l’età del bambino, insieme alla data. Non nego, poi, che mi piacerebbe continuare anche nel futuro, dopo la riapertura delle scuole. D’altro canto, anni fa esisteva un servizio dell’allora gestore telefonico Sip, che consentiva, chiamando il numero 1664, di ascoltare le fiabe della buonanotte, tra cui anche quelle di Rodari. Durante la lettura si fa largo l’immaginazione: quella dei bambini, che - presi dalla storia- fanno un salto nella fantasia, ma anche la mia, che penso a loro e a come sono».

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