L'Aquila come Dublino,
e c’è una mano comasca

Più autori si uniscono per un libro ispirato a “Dubliners”

Il 2 febbraio del 2021, in occasione del “compleanno” di James Joyce , sulle pagine social di L’A L’Aquila – progetto pilota di Caratteri Fusi, startup di marketing territoriale e merchandising del capoluogo abruzzese – è stato lanciato un contest: «Cosa sarebbe successo se James Joyce fosse nato all’Aquila? Forse avrebbe ambientato i suoi celebri racconti non a Dublino ma all’Aquila e invece di Dubliners – Gente di Dublino avrebbe scritto Aquilaners – Gente di L’A”».

Perché non provare, allora, a scriverlo davvero, tutti insieme? Racconta Antonio F ruci , che insieme a Stefania Gigante porta avanti il progetto: «Il contest letterario si è inserito nel più ampio ambito delle nostre attività, in cui immaginiamo che una città di provincia come la nostra sia in realtà una grande città, dove artisti e scrittori celebri hanno lasciato il loro segno.

«Ci siamo dunque divertiti a chiedere alla community della nostra pagina Facebook di inviarci dei racconti brevi inediti che parlassero di persone comuni, attuali o del passato, reali o verosimili, e che vivessero a loro modo la città dell’Aquila, anch’essa quindi protagonista. Il risultato è stato straordinario e, in qualche modo, questa raccolta racconta e valorizza la nostra cultura, la nostra identità, il dialetto e le nostre tradizioni, il nostro passato e il nostro presente».

Numerosissimi i lavori inviati, selezionati fino a scegliere i quindici pubblicati nella raccolta (acquistabile su www.elleapostrofoa.com e www.caratterifusi.it).

«I tempi di realizzazione sono stati lunghi, data la quantità di racconti ricevuti - ricorda Fruci - È stato affascinante vedere le differenze tra autori esordienti e non; ci sono racconti molto malinconici così come storie più ironiche e leggere, personali e meno, e ancora testi in dialetto e riferimenti a tanti luoghi. Ci aspettavamo una prevalente tendenza all’ironia e alla comicità, ma abbiamo voluto comunque inserire anche quelli più “seri”».

Autori e autrici sono di diverse provenienze: «Abbiamo intercettato aquilani di origine che vivono fuori città o regione, persone che risiedono a L’Aquila per studio o per lavoro e che magari non l’hanno conosciuta prima del sisma del 2009; c’è anche un po’ di Como, nel libro (un racconto di chi qui scrive, ndr). È stato molto interessante, per noi, recepire uno sguardo ancora diverso sulla città, ma la soddisfazione è stata grande leggendo, in tutti i casi, un grande amore per lei. Una menzione particolare va a L’abruzzese fuori sede, che sui suoi canali social da lungo tempo sponsorizza le tradizioni e le personalità della regione: lo abbiamo contattato e ha partecipato volentieri, scrivendo la prefazione».

A corredo dei testi, una serie di illustrazioni di copertine di classici “rivisitate”: tra le altre, quella de “Ji Prumissi Spusi” di Alisà Manzò ; ai lettori comaschi suonerà familiare ma diverso, così come l’incipit “Quel ramo del lago di Campotosto...”. Alla fine del libro sono presenti alcune pagine bianche: «Chissà che possano servire per appuntare qualche suggestione, in vista di una seconda edizione?».

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