Sponsorizzato

La prevenzione del tumore al seno passa dal tuo impegno

Mai abbassare la guardia contro il big killer dei tumori al femminile: screening e visite senologiche periodiche sono fondamentali per la diagnosi precoce

Ottobre è il «mese rosa», un appuntamento fondamentale per le associazioni che ogni anno promuovono campagne per informare e sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione del tumore al seno. Ottobre mese clou, quindi, ma la guarda contro uno dei big killer femminili tra tutte le patologie tumorali non va mai abbassata: prevenire il tumore al seno deve essere infatti un must per ogni donna durante tutto l’anno e non solo in questo mese.

Il tumore al seno è di fatto la neoplasia più frequente (il 25% di tutti i tumori che colpiscono le donne) ed è riconosciuto come la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, con un tasso del 17% di tutti i decessi per tumore.

Inoltre, il report del Ministero «I numeri del cancro in Italia 2022» stima per l’anno 2022 circa 55.700 nuove diagnosi di tumore nelle donne, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2020. La parola d’ordine, quindi, è prevenzione che corre sul doppio filo della prevenzione primaria (non fumare, bere con moderazione, mangiare sano e fare attività fisica) e secondaria. Ovvero controlli regolari dopo i 30 anni sottoponendosi a una visita senologica.

Quali sono le cause del tumore al seno

Più dell’80% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni e quindi l’età è un fattore di rischio importante per questo tumore. Oltre all’età, anche la familiarità è un fattore di rischio: circa il 10% delle donne con tumore del seno ha più di un familiare stretto con la stessa patologia, soprattutto nei casi giovanili.

Ovviamente la genetica fa la sua parte. Ci sono due geni che predispongono a questo tipo di tumore: il BRCA1 e il BRCA2. Le mutazioni di questi geni sono responsabili del 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell’ovaio. Vari studi hanno dimostrato che un uso eccessivo di estrogeni, gli ormoni femminili per eccellenza, facilitano la comparsa del cancro al seno. Le terapie ormonali, ad esempio, specie se prolungate, possono costituire un fattore di rischio. Si ricorda, inoltre, che anche l’obesità e il fumo hanno effetti negativi, così come stili di vita non equilibrati.

Quali sono i primi sintomi

In genere le forme iniziali di tumore del seno non provocano dolore. Uno studio effettuato su quasi mille donne con dolore al seno ha dimostrato che solo lo 0,4% aveva una lesione maligna, mentre nel 12,3% erano presenti lesioni benigne, come le cisti, e nel resto dei casi non c’era alcuna lesione. Il dolore era provocato solo dalle naturali variazioni degli ormoni durante il ciclo.

La metà dei casi di tumore del seno si presenta nel quadrante superiore esterno della mammella, ma la maggior parte dei tumori del seno non dà evidenze e si vede solo con gli esami diagnostici, come la mammografia. Nella donna tra i 30 e i 45 anni sono visibili anche con l’aiuto dell’ecografia. Da cercare, invece, sono gli eventuali noduli palpabili o addirittura visibili.

La prevenzione è un must

Dopo i 30 anni il rischio di sviluppare un tumore al seno è concreto ed è quindi necessario sottoporsi regolarmente a un controllo dal senologo che monitora non solo le mammelle, ma tutta la zona circostante, compresi i linfonodi ascellari. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una progressiva sensibilizzazione delle donne per quanto concerne la prevenzione del tumore al seno. Soprattutto tra quelle più giovani, infatti, è sempre più diffusa l’abitudine di sottoporsi regolarmente a controlli dal medico ginecologo o senologo. Oltre a ciò è possibile eseguire i test genetici per i geni BRCA1 e BRCA2, soprattutto in caso di familiarità, che rendono più semplice anche per lo specialista approntare un piano di controllo e prevenzione più accurato.

Di fatto, il tumore al seno è una patologia curabile con successo, qualora diagnosi e terapia siano precoci: le probabilità di guarigione sono elevate nel caso di tumori a uno stadio iniziale (stadio 0 o 1).

Grazie allo screening migliora la diagnosi e si riduce la mortalità

Dalla fine degli anni Novanta, infatti, si osserva una continua tendenza alla diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-0,8% annuo), attribuibile alla maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce, e quindi all’anticipazione diagnostica, e anche ai progressi terapeutici.

Prevenire il tumore al seno è quindi importantissimo e da circa 20 anni il Servizio Sanitario Nazionale italiano promuove programmi organizzati di screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella. In Lombardia, lo screening mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 45 e i 74 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. È in fase di sviluppo l’estensione a tutto il territorio regionale dell’invito a mammografia annuale per le donne di età compresa tra 45 e 49 anni.

Una maggiore accuratezza nella diagnosi si ottiene con la valutazione della mammografia effettuata separatamente da 2 medici radiologi. In caso di un sospetto, al primo esame seguono approfondimenti e, se necessario, il trattamento chirurgico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA