Como, test rapidi, i medici
ancora non li hanno
E ieri altri 18 morti

Sono 655 i nuovi positivi comaschi.Il dato segna una flessione nella curva di crescita, Il totale dei decessi sale a quota 927 dallo scorso marzo

Sono 18 i morti per Coronavirus registrati in provincia di Como nelle ultime 24 ore. Il totale delle vittime comasche della pandemia raggiunge così quota 927. Sempre restando entro i confini della provincia, i nuovi positivi sono 655, un discreto ridimensionamento rispetto ai 948 del giorno precedente.

I numeri per provincia

A livello regionale, i i nuovi positivi sono 8.853, rilevati da un campione di 44.294 tamponi (3.769.051 quelli effettuati da inizio emergenza). Oggi, entro i confini regionali, ci sono 162.685 pazienti positivi (casi totali da inizio pandemia 366.516). Sempre nelle ultime 24 ore, a livello regional, i morti sono stati 169. Le persone ricoverate con sintomi, in tutti gli ospedali regionali, sono 8.314, delle quali 936 in terapia intensiva, mentre sono 153.435 i soggetti in isolamento domiciliare. I guariti/dimessi dall’inizio dell’emergenza sono 183.472. Dei nuovi casi 3.232 sono stati registrati a Milano e provincia, 462 a Brescia, 304 a Bergamo, 221 a Cremona, 758 a Monza e Brianza, 358 a Pavia, 1.970 a Varese, 338 a Mantova, 77 a Lodi, 67 a Sondrio, 160 a Lecco.

Nessuna novità, intanto, sul fronte dei tamponi rapidi. La scorsa settimana scorsa, Ats annunciava d’essere al lavoro per organizzare degli spazi ad hoc, così da predisporre per i medici di famiglia la possibilità di eseguire i tamponi veloci, con esito disponibile in una ventina di minuti.

Da parte di diversi camici bianchi - 180 fra Como e Varese -era arrivata la piena disponibilità a eseguire i test, ma non negli ambulatori, locali in cui non sarebbe possibile garantire la sicurezza (si presume che chi si sottoponga possa essere infetto). A Como, si era individuata l’area di via Castelnuovo ma, a parte per studenti e personale scolastico, non è ancora cominciato nulla. Il tema era stato affrontato anche in una conferenza, in cui si era dialogato anche con le amministrazioni comunali intenzionate a mettere a disposizione alcune aree. L’idea era coprire tutto il territorio in maniera capillare, senza sovrapposizioni. Si doveva partire, insomma, in fretta. Ma, per ora, non ci sono novità.

La campagna anti influenzale

La situazione di stallo è confermata anche da Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici di Como e della Federazione lombarda degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, oltre che a sua volta medico di base impegnato costantemente in prima linea.

«Al momento – dice Spata – siamo molto impegnati con la vaccinazione antinfluenzale. Dopo essere stati consegnati col contagocce, finalmente è arrivato un lotto consistente di vaccini. Siamo nel pieno della campagna e, onestamente, questo già ci occupa non poco perché bisogna somministrare anche a domicilio ai pazienti che non possono spostarsi».

Anche per quanto riguarda la somministrazione del vaccino anti influenzale, i medici avevano chiesto la disponibilità di spazi maggiori, senza ottenere dagli enti pubblici risposte convincenti.

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