La Regione dimentica i malati cronici
Niente precedenza per la vaccinazione

Chiamano medici di base e ospedali ma nessuno sa quando sarà il loro turno - Solo per una dozzina di patologie molto gravi c’è la somministrazione nei centri specialistici

Como

Adesso sono i malati cronici e fragili ad alzare la mano. Sperando che si concludano presto le prime dosi agli over 80, e aperte le prenotazioni per i vaccini tra i 75 e i 79 anni, una categoria che non è affatto stata citata dalle autorità regionali nel programma della campagna vaccinale sono i malati fragili.

A chiamare medici e ospedali alzando la voce sono per esempio i pazienti oncologici da anni in cura, i diabetici che sanno di avere un rischio aumentato con il virus ancora in circolazione, come pure i malati ai reni. Per questa grande categoria di persone, indipendentemente dall’età, non ci sono indicazioni. Il commissario regionale alla campagna vaccinale Guido Bertolaso si è spinto fino al prossimo autunno tratteggiando i prossimi passi, descrivendo le tappe per le fasce della popolazione interessate alla somministrazione del siero anti Covid nel corso dei mesi. Il principale faro da seguire è l’età, come più volte ribadito dal governo.

Gli anziani, è chiaro, sono i più in pericolo. È però vero che il piano regionale per la campagna vaccinale approvato dalla giunta della Regione, in base alle disposizioni nazionali, prevede che dopo i vaccini ai settantenni vengano difese «le persone con aumentato rischio clinico se infettate da Covid a partire dai 16 anni di età fino ai 69 anni di età». Non si precisano le patologie, ma tutte le società scientifiche e le associazioni dei medici hanno spiegato che c’è per esempio una maggiore mortalità nei pazienti oncologici, nefrologici, nelle persone con importanti patologie respiratorie. Tutti questi pazienti, rivolgendosi al proprio medico di famiglia, non ottengono risposte.

Tanti gravi malati cronici in realtà sono seguiti dai grandi ospedali e dai centri di cura specialistici anche fuori provincia.

Ecco per esempio la risposta dell’Istituto dei tumori di Milano data ad un nostro lettore da anni in cura: «Per quanto riguarda il vaccino anti Covid è verosimile che in quanto paziente dell’Istituto dovrebbe ricevere il vaccino presso la struttura, ma non abbiamo ancora indicazioni su quali sono i tempi e le modalità». Molti malati sono amareggiati sapendo che altre categorie, comprendendo soggetti giovani e sani, sono già state vaccinate. I docenti, per esempio, nonostante le lezioni a distanza. Da alcune settimane, almeno, sono iniziate le vaccinazioni per i pazienti “estremamente vulnerabili” negli ospedali che li seguono. C’è un elenco di una dozzina di gravi patologie a cui è stata riconosciuta la precedenza. Per esempio i dializzati, i trapiantati, i soggetti con sindrome di Down, i malati con fibrosi e ossigenoterapia, si va dal grave scompenso cardiaco alla sclerosi multipla, compresi gli ictus recenti. Ci sono anche i diabetici di tipo uno e due, con complicanze e doppio farmaco di controllo.

Quanto agli oncologici solo se il tumore è maligno ed avanzato e per gli oncoematologici bisogna essere in trattamento o a meno di sei mesi dalle cure. Questa categoria ha accesso al portale di Poste. Gli altri attendono.

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