Alberghi e ristoranti in crescita a Como. Rasella: «Ora più servizi e infrastrutture»

La crescita dell’incidenza delle attività turistiche sul totale, nel 2023 sull’anno precedente, è stata del 2%, mentre la variazione sul medio periodo, dal 2016 ad oggi, è del 14%. L’obiettivo è destagionalizzare il mercato

Le attività legate al turismo, dalla ristorazione agli alloggi, costituiscono il 9,2% del complesso delle attività economiche comasche. Sono soprattutto i ristoranti, quasi la metà, il 48%, dell’insieme delle attività.

Nonostante la grande visibilità, il settore non raggiunge neanche il 10% del totale aziende che muovono la nostra economia.

La crescita dell’incidenza delle attività turistiche sul totale, nel 2023 sull’anno precedente, è stata del 2%, mentre la variazione sul medio periodo, dal 2016 ad oggi, è del 14%.

Il trend è da anni in costante miglioramento, grazie anche agli investimenti di grandi gruppi e di player stranieri e Como è oggi al secondo posto in Lombardia per peso del settore turistico sul totale delle aziende. Al primo posto regionale c’è Sondrio con il 14,6%, secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Como - Lecco su dati Infocamere .

«Ogni anno i dati sul turismo sono in miglioramento. Aumentano gli alloggi di vario tipo, i servizi di ristorazione e gli operatori di viaggio – commenta Giuseppe Rasella, imprenditore e componente di giunta della CCIAA di Como e Lecco in rappresentanza del turismo – senza la medesima costanza e ritmo non migliorano, in parallelo, le infrastrutture e i servizi che consentirebbero una buona gestione dei flussi».

I trasporti, via lago e via terra sono fermi o quasi a dimensioni e ritmi di anni fa, manca ancora un’efficiente logistica del territorio che dialoghi con Milano e gli aeroporti, oltre alle licenze per i taxi e taxi boat inferiori alle necessità: tutto questo costituisce nel suo insieme una sorta di strozzatura a un’espansione del turismo sul territorio che si rivela, in prospettiva, molto promettente.

«Il tema è che va gestita, sia in termini di destagionalizzazione che di qualità del turismo – continua Giuseppe Rasella – significa che bisogna programmare per tempo e lavorare su strategie che impiegano anni a dare il giusto risultato. Aiuterebbe sapere qual è l’indirizzo della città di Como che, in qualche modo, orienta anche tutto il territorio. Con le grandi mostre del passato sembra essersi data, positivamente, un’identità culturale che si stava consolidando. Poi quell’esperienza si è interrotta per inventare una città meta per famiglie, magari un po’ di massa, con la Città dei Balocchi. Poi anche quella sperimentazione che stava diventanto un elemento di riconoscibilità si è spenta. Ora siamo in attesa di capire quale progettualità sul medio e lungo periodo la città e il contesto lariano è in grado di immaginare per un tempo sufficientemente lungo per dare indicazioni che incidano su servizi, imprese e infrastrutture e per costruire un futuro con un orizzonte un po’ più ampio della prossima stagione».

In corrispondenza al crescere delle attività direttamente legate al turismo, aumenta anche l’occupazione: a fine 2023, gli addetti del settore a Como sono l’11,8% della forza lavoro complessiva impiegata. Rispetto a fine 2022, gli addetti del turismo crescono del 6% e questo fa di Como la seconda provincia in Lombardia per peso degli addetti del settore sul totale.

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