Fattura del gas triplicata. Costi insostenibili
per il settore tessile

Energia Il caso della stamperia della Clerici Tessuto. Per il metano 1,2 milioni, dai 400mila euro di un anno fa ed è più che raddoppiato il conto per l’elettricità

«La fattura del mese di luglio, arrivata all’inizio di questo mese, per l’energia elettrica della tessitura di Grandate è stata di 150mila euro, normalmente è meno della metà» è l’aggiornamento delle spese energetiche di Alessandro Tessuto di Clerici Tessuto, dopo l’allarme già lanciato all’inizio della corsa dei valori dell’energia, con il gas che raggiunge in questi giorni quotazioni oltre i 270 euro al MWh.

E infatti gli aumenti della bolletta del gas sono ancora più preoccupanti: «la stamperia di Villa Guardia - sempre del gruppo Clerici Tessuto - che utilizza il gas, l’anno scorso ha ricevuto una bolletta con un costo di 400mila euro di gas, quest’anno invece è di 1 milione e 200mila euro, tre volte tanto. E si tratta di una stamperia di dimensioni medie».

Questo accade mentre il mercato del tessile segna una decisa ripresa con un incremento di ordini significativi. La domanda c’è, per la verità anche il gas ci sarebbe, ma con le valutazioni attuali i costi di produzione sono sopra una normale e possibile gestione della dinamica dei prezzi.

«Come per molte aziende tessili di Como, gli ultimi 8 mesi sono stati i più straordinari degli ultimi anni, ora però, con il rientro, la preoccupazione è altissima - continua Alessandro Tessuto - non tanto per il mercato che si è svegliato e ha risposto molto bene, quanto per i costi energetici fuori da ogni logica».

Così gli utili di questi primi otto mesi dell’anno, ottimi per il tessile dopo un periodo difficile, sono destinati a colmare i sovra costi energetici dei mesi che verranno, sempre che qualcosa non cambi e con la stessa rapidità con la quale i prezzi sono esplosi. Gli aumenti sono iniziati nei primi mesi del 2021 in modo progressivo, poi il picco del marzo scorso oltre i 120 euro al MWh, parzialmente ridimensionato tra aprile e maggio prima di riprendere un andamento esponenziale in estate.

I listini

«La risposta apparentemente più facile è che bisogna scaricare i costi sul mercato, ma ci si chiede se il mercato può assorbirli, anche se i clienti sono ben consapevoli delle ragioni - spiega Tessuto - i grandi brand hanno anche grandi fatturati e notevoli utili ai quali non vogliono rinunciare facilmente. Come clientela hanno dimensioni notevoli rispetto alla filiera e sappiamo che vogliono tenere i margini inalterati. Il problema dell’autunno sarà come faremo a scaricare sul mercato aumenti di questo livello. Non ho una risposta».

Il problema energetico è acuto in Europa, non ovunque, non lo è negli Stati Uniti e non è così grave in Oriente. Il timore è che altri fornitori, in Turchia o in Cina, dove il problema dei costi è più contenuto, possano proporsi con prezzi ancora più competitivi sui mercati

«Ma Como oggi offre servizi e creatività per l’alta moda che pochi sono in gradi di replicare. Non credo che Turchia o Cina possano dare i servizi che noi garantiamo. Il problema non è la concorrenza ma come fare a sostenere questi costi».

II prossimi mesi

I terzisti comaschi, che hanno subito ugualmente dei grandissimi rincari, hanno dovuto a loro volta ribaltare i costi a valle della filiera.

«Nelle fatture hanno segnalato che, causa aumento dei costi dell’energia, avrebbero applicato una percentuale di aumento, senza toccare i listini - racconta Alessandro Tessuto - ma le aziende che sono sul mercato e di una certa dimensione non credo possano replicare questa modalità. In autunno prevedo ci sarà una trattativa difficile con ogni cliente e questo accade dopo una serie di difficoltà: non dimentichiamoci che c’è stato l’aumento delle materie prime e c’è una significativa inflazione».

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