Metalmeccanici, si tratta per il contratto. I sindacati: meccanismo anti inflazione

La vertenza Quattro incontri già programmati per il confronto su norme e parte economica. Cgil, Cisl e Uil puntano a confermare lo strumento introdotto nel 2021 contro il carovita

Como

A oltre un anno dall’avvio della trattativa e dopo 40 ore di sciopero, si riapre tra pochi giorni il tavolo per il contratto nazionale per i metalmeccanici. A Como sono coinvolti oltre 5mila lavoratori del settore.

Quattro gli incontri già programmati: 11, 18 e 25 settembre e ancora 6 ottobre. Ai tavoli Fim, Fiom e Uilm con Federmeccanica e Assistal. La richiesta della piattaforma sindacale è di un contratto nazionale che introduca elementi di reale innovazione e, tra le altre richieste, c’è quella di 280 euro lordi per il livello C3.

Lo sciopero

«Dopo mesi di tensioni e un pacchetto di 40 ore di sciopero che ha visto un’alta adesione da parte dei lavoratori della nostra provincia, si riapre il dialogo per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. La mobilitazione, iniziata lo scorso ottobre e culminata con l’ultimo sciopero a giugno, ha convinto la controparte datoriale a tornare al tavolo delle trattative – osserva Gennaro Aloisio, segretario generale della Fim Cisl dei Laghi - a luglio, infatti, si è tenuto un primo incontro che ha permesso di fissare un calendario di appuntamenti».

«Il contratto è necessario perché deve portare innovazione e rilanciare il settore. Quindi ci deve essere un confronto, più che mai necessario oggi – continua Gennaro Aloisio - nel 2021 abbiamo rinnovato un contratto molto difficile, in uscita dal Covid e in piena speculazione sulle materie prime. Oggi siamo in una fase sicuramente non semplice, ma anche il precedente rinnovo veniva a seguito di una fase complessa».

Mentre per le piccole e medie imprese associate a Unionmeccanica Confapi a fine luglio si è raggiunta un’intesa economica sul biennio 2025 - 2026, in cui è previsto un aumento di 100 euro lordi al quinto livello la situazione sul fronte di Federmeccanica è diversa.

Il meccanismo

L’obiettivo dei sindacati è mantenere il meccanismo di adeguamento all’inflazione introdotto con il contratto del 2021 «che ha permesso di tamponare almeno in parte la perdita del potere d’acquisto dei salari – ha aggiunto Igor Gianoncelli - si tratta di un meccanismo legato all’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi membri dell’Unione europea depurato dai costi energetici importati».

Tra le altre richieste, emerge con forza il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, una discussione già avviata in molti contratti integrativi aziendali.

«Rispetto all’andamento del settore, abbiamo luci e ombre – conclude Gianoncelli – per quello che riguarda l’automotive, di fatto, siamo molto legati alla Germania, se si ferma il loro settore metalmeccanico, anche chi da noi produce per quell’industria ha degli evidenti problemi. La transizione verso l’elettrico è un’altra sfida cruciale che necessita di un progetto di politica industriale a livello nazionale».

Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se l’apertura registrata a luglio si trasformerà in un accordo concreto. La sfida è quella di coniugare le legittime richieste dei lavoratori con la necessità di mantenere la competitività di un settore chiave, in uno scenario economico globale che continua a presentare numerose incertezze.

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