Turismo in calo ma non sul Lario. Crescita del 28%

Il bilancio A livello nazionale settore in difficoltà mentre a Como presenze in aumento rispetto al 2022. «Dopo l’effetto Clooney, fama grazie agli influencer»

Lago di Como in controtendenza: se quest’anno a livello nazionale i flussi turistici hanno subito una frenata, non è stato così per il territorio lariano, che ha registrato un incremento delle presenze.

Sono stati diffusi in questi giorni i dati Istat sui movimenti turistici relativi ai primi sette mesi del 2023: 71,3 milioni di arrivi (-5,9% rispetto al 2019) e un totale di 232milioni di presenze (-5,6% sul 2019). Luglio ha chiuso in calo se confrontato con il 2022: -5,8% gli arrivi e 13,5% le presenze.

Sulle sponde del Lago di Como è andata diversamente, emerge infatti dai dati dell’Osservatorio regionale che nei primi otto mesi del 2023 i pernottamenti sono cresciuti del 28% rispetto allo stesso periodo del 2022.

«La stagione è andata bene, in certe zone sono stati confermati i numeri dell’anno scorso, in altre sono stati superiori» afferma Luca Leoni presidente degli albergatori di Confcommercio Como, che ricorda come già nel mese di giugno il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca dichiarava che il turismo in Italia era abbastanza stagnante, togliendo Venezia, Firenze, Roma, la costiera Amalfitana, Capri e il Lago di Como. «Quest’anno praticamente tutti hanno raggiunto presenze superiori al 2022 e al periodo pre covid. Sono stati superati diversi record in merito ai trasporti pubblici, la navigazione e tutto quello che può essere legato al turismo» prosegue Leoni. Il motivo, oltre allo scenario lacustre e passato quello che viene definito l’effetto Clooney, è da ricercare anche nei nuovi influencer: «Blogger che hanno molto peso specifico e che sono andati a scoprire zone poco conosciute, gli ospiti ci hanno chiesto più volte per esempio, come raggiungere il ponte di Nesso, luogo che fino a qualche anno fa, era sconosciuto alla massa. A questo si aggiungono gli alberghi che hanno reso il lago ancora più famoso come il Passalacqua» aggiunge Leoni.

Le tendenze

«Aspettando, tra qualche mese, i dati definiti convalidati dall’Istat, il sentore per la stagione 2023 è positivo, c’è stato un assestamento dei valori, soprattutto in alta stagione - sottolinea Giuseppe Rasella componente della giunta della Camera di Commercio Como-Lecco con delega al turismo – Il prodotto Lago di Como piace e di questo siamo contenti, sono anni che vengono fatti investimenti sulla promozione sia nel pubblico, sia nel privato, anche durante il periodo Covid: va fatto un plauso a chi in questi anni difficili ha progettato, investito e creduto nel territorio».

La stagione prosegue, fino a fine ottobre alcuni hotel sono soldout: «Con rammarico chiudiamo ai primi di novembre – afferma Leoni – Siamo in un’ottica di destagionalizzazione, molte realtà hanno in programma lavori strutturali per adattare gli alberghi anche per la stagione invernale e arrivare nel 2025 a tenere aperto fino all’Epifania, nel 2026 non dimentichiamo che ci saranno le Olimpiadi invernali. La Navigazione ha detto che già quest’anno inserirà battelli in inverno. Siamo legati ai trasporti, dobbiamo migliorare questo aspetto».

I fattori critici

Le criticità più volte sollevate riguardano non solo la mobilità e la mancanza di personale: «Temi che saranno sempre più centrali per la crescita del territorio – chiude Rasella – Una critica che faccio sempre riguarda la mancanza di programmazione, in questo caso mi riferisco in particolar modo agli eventi invernali che hanno una grande capacità attrattiva. Noi albergatori dovremmo già avere il calendario del prossimo anno per poter vendere al meglio le nostre strutture a tour operator e agenzie di viaggi. Questo sì ci farebbe fare un salto di qualità».

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