Berlusconi ammalato
e il rebus Forza Italia

Quell’agibilità politica che gli era stata tolta dopo una sentenza di condanna definitiva e poi restituita, adesso Silvio Berlusconi rischia di perderla per l’età, gli acciacchi di una vita sopra le righe e la mazzata del Covid. Da tempo il Cavaliere fa dentro e fuori dagli ospedali per contrastare ciò il virus ha lasciato in un fisico già minato da altri problemi sanitari.

Le cronache, poi, narrano di una vera e propria camera di degenza attrezzata ad Arcore per consentire all’ex premier di ricevere la necessaria assistenza medica. L’ultima apparizione in pubblico del leader di Forza Italia già si perde nella memoria e, pur nel rispetto della persona, è inevitabile interrogarsi sul destino di un movimento che è sempre vissuto in totale simbiosi con il suo capo e fondatore che non hai mai preso neppure in considerazione l’ipotesi di scegliere un successore, nonostante i tanti aspiranti diventati con il tempo una pattuglia di “principi Carlo”. Cosa sarà ora la formazione politica azzurra senza Berlusconi? E, soprattutto, dove finirà quel “tesoretto” di voti di cui ancora dispone che, pur lontano dai fasti elettorali del passato, potrebbero essere determinanti in caso di ritorno alle urne. A proposito di quest’ultima ipotesi è meglio non dimenticare che la legislatura rischia di non arrivare alla fine naturale. Il prossimo anno scade il settennato di Sergio Mattarella che si è già detto indisponibile per un eventuale bis. Per questo il favorito per la più alta carica dello Stato è l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi, che però dovrebbe lasciare la guida del governo e nominare un successore o scogliere le Camere, come, con ogni probabilità e magari con un tacito scambio di favori, gli chiederebbero Lega e Fratelli d’Italia. Questi ultimi, al di là del conflitto sotterraneo tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la leadership della coalizione, sono da tempo accreditati dai sondaggi per la vittoria finale.

Senza Forza Italia, però, i due partiti, con ogni probabilità, non riuscirebbero, salvo cambiamenti della legge elettorale, a ottenere la maggioranza in un Parlamento dimagrito dalla legge sui tagli confermata dal referendum. Adesso perciò ci vorrebbe la sfera di cristallo per sapere cosa ne sarà da qui un anno del movimento di Berlusconi privo della sua guida. Manterrà o no questo zoccolo duro di consensi? Ed è scontato che in caso contrario questi ultimi resterebbero nel recinto del centrodestra disegnato da Salvini e Meloni? Risposte certe non ve ne sono. Certo, se il Cavaliere fosse nel pieno delle forze, magari di fronte a un impegno degli alleati per tentare di mandarlo al Quirinale in alternativa a SuperMario, potrebbe impegnare e vincolare il partito dove non mancano gli antipatizzanti nei confronti di Giorgia e Matteo. Ma ora questa prospettiva appare irrealistica. Va poi considerato che gli elettori e parte degli eletti di Forza Italia appartengono all’area moderata. Quando l’allora tycoon della televisione commerciale fondò il movimento vi confluirono ex democristiani, socialisti e liberali: tutte culture politiche piuttosto distanti dal sovranismo dell’attuale destra europea. E non bisogna scordare che gli azzurri fanno parte del Ppe una famiglia in cui la Lega ancora non è confluita, anche se sono in corso dei ragionamenti in tale senso, e dove FdI non ha certo idea di entrare.

Senza Berlusconi e Forza Italia la partita della rappresentanza dei moderati, un tempo larga maggioranza nel Paese, si riaprirà. Ne è probabilmente conscio il segretario del Pd, Enrico Letta che, se vuole avere un futuro politico, non può perdere le prossime elezioni nazionali e di certo starà preparando la caccia agli elettori azzurri, ma dovrà cambiare strategia e avviare un confronto su tematiche diverse da quella che sta elaborando ora. Analogo discorso si può fare per Calenda che sembra proprio posizionato sotto l’albero nell’attesa di veder cadere le noci. Ma entrambi dovranno fare i conti con l’amico-nemico Matteo Renzi, più che mai in disgrazia di questi tempi, ma dotato di quella capacità di leadership che, con l’uscita di scena di Berlusconi è venuta meno nel movimento del Cavaliere.

Da qui a un anno, con l’auspicato ritorno alla normalità nel vivere quotidiano, molte cose cambieranno nell’agone politico.

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