Il patto dell’Aperol non basta per vincere

Forse perché non lontano dalla Grecia (Magna), il piccolo Molise ha riprodotto il risultato elettorale ellenico e premiato il centrodestra, che ha mantenuto la Regione con un successo schiacciante.È perciò tramontato anche il mito della Regione considerata l’Ohio del centrosinistra che aveva riposto alcune speranze di vittoria. Ai tempi in cui Massimo D’Alema aveva incautamente affidato il destino del suo governo alle elezioni regionali, almeno a Campobasso e Isernia era andata bene, anche se il premier si era comunque dovuto dimettere per le debacle negli altri territori. Questa volta invece non è bastato il patto del bar tra Schlein e Conte con l’Aperol sorbito da quest’ultimo che, non avendo proprietà digestive in quanto aperitivo, non potrà aiutarlo a metabolizzare il pessimo risultato dei Cinque Stelle.

Come detto c’erano aspettative, anche alimentate da alcuni politologi, sull’inizio della riscossa del centrosinistra. E potevano anche essere giustificate, visto che il test elettorale cadeva proprio mentre il governo era alle prese con il caso del ministro Santanché e le divisioni sul Mes. Vero che in Molise si è fatto sentire l’effetto Berlusconi che ha trainato il successo del candidato del centrodestra e portato Forza Italia a diventare il secondo partito della coalizione a scapito della Lega. Ma ha solo incrementato il consenso del vincitore che sarebbe stato tale anche con il Cavaliere tra noi.

Questo risultato deve però far riflettere il Pd. In primis sull’efficacia, anche in prospettiva, del campo largo con i Cinque Stelle che, con ogni evidenza, non offre molte possibilità di successo. Certo, l’approccio di Giuseppe Conte che, almeno fino alle europee del prossimo anno, vuole mantenere la gradazione dell’impegno simile a quella alcolica (bassa) dell’aperitivo consumato a Campobasso con la segretaria Dem e gli altri alleati, non aiuta. Ma al di là di questo, vale davvero la pena, per il Nazareno, inseguire una forza politica che a ogni elezione mostra sempre di più la corda? Non sarebbe il caso di tentare un’opa sull’elettorato rimasto fedele ai grillini e spostare l’asse del centrosinistra in un’altra direzione, magari cercando di approfittare delle contraddizioni che si apriranno nel campo nemico dopo l’uscita di scena di Berlusconi che, oltre a garantire un minimo di tenuta di Forza Italia riusciva a fungere da collante a una coalizione che sa dimostrarsi unita solo quando ci sono in vista le urne? Questa potrebbe essere la partita che vale la pena di giocare per portare a casa un risultato che altrimenti appare impossibile anche contro un centrodestra di governo male in arnese qual è quello attuale. Ora si tratta di capire se Elly Schlein vorrà giocare questa partita che passa anche dalle parti del Terzo Polo (peraltro non molto in salute) e soprattutto se sarà in grado di farlo. Di certo il voto in Molise ha spazzato via le illusioni per cui un Pd più rivolto a sinistra può essere vincente. Siamo appena agli inizi della partita. Ma sicuramente quello delle ultime elezioni, comunali e regionali, non sembra essere un mattino che prelude a un buon giorno per i dem della nuova segretaria.

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