Nelle opere d’amore
Cristo è risorto

Cari amici: Cristo è risorto, rallegriamoci ed esultiamo!

Ecco la vera, grande notizia che reca pace, gioia e consolazione a ciascuno di noi, tanto rattristati e provati in questo tempo di pandemia. Possiamo continuare a sperare perché Dio è fedele e non ci abbandona.

La risurrezione del Signore non è un annuncio che riguarda solo i credenti in Cristo, perché tutti sono i destinatari di questo lieto messaggio, che contiene una forza travolgente di vita che ha penetrato il mondo e insieme coinvolge ognuno, una conferma che la vita non si esaurisce nel tempo e dilata gli spazi del cuore. In mezzo all’incomprensibile e alle contraddizioni che ogni giorno dobbiamo affrontare, si nasconde la voce del Risorto, che rigenera e apre alla speranza, quella che nessuno ci potrà rubare.

Come ci testimonia il Vangelo, il masso che teneva chiuso il sepolcro, dove era stato deposto il corpo del Signore, si è srotolato. La luce del Risorto ne ha illuminato l’oscurità. I primi a meravigliarsi di questa gioiosa e imprevista novità sono delle umili donne, accorse con fedeltà ininterrotta per onorare il loro Maestro, ungendo di aromi il suo corpo.

È la forza incontenibile dell’amore che non può rimanere chiusa in sè, ma viene diffusa ovunque, penetra tutte le frontiere del mondo e della storia, raggiunge gli angoli più bui della terra. E dal momento che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche dentro la situazione avversa che stiamo vivendo e che ci ha completamente sopraffatti, è possibile percepire i segni fecondi della Pasqua a partire dalle tante opere d’amore di numerosi nostri fratelli, che non possono andare perdute, a vantaggio di quanti sono bisognosi di cure e di tenerezza.

La risurrezione del Signore, infatti, ha un effetto benefico su tutti perché le energie di vita si diffondono ovunque e coinvolgono i destini del mondo. Cristo risorto promuove una vita nuova, che ci rende capaci di condividere la sofferenza altrui, di soccorrere gli altri nelle loro difficoltà, nel dare sollievo alla loro fame di essere amati, compresi, accolti, perdonati. In questo modo possiamo anche noi contribuire a rigenerare la società e uscire dalla crisi un po’ diversi, come ci ricorda papa Francesco: «da una crisi mai si esce uguali: o si esce migliori o si esce peggiori, ma mai eguali!».

Impariamo a riconoscere nel nostro contesto di vita questi numerosi “semi di risurrezione” che vanno moltiplicandosi, sostenuti dalla forza divina che è inesauribile. Sono semi fecondi di bene che si dilatano nella misura in cui li facciamo nostri e li sappiamo distribuire. Rimettono in gioco tante persone che non hanno avuto paura di affrontare la realtà con occhi nuovi, ma si sono fatti solidali con tutti, soprattutto con chi non è amato o messo ai margini. È la riprova che non è la potenza del male a stravincere, la testimonianza che non è il rancore e la violenza a dominare il mondo, ma piuttosto l’amore umile, che dilatandosi raggiunge anche noi e inietta il “virus della solidarietà”, così da fornire forze nuove contro l’angoscia e la paura, la tristezza e lo sconforto. Il buio e la morte non hanno l’ultima parola!

Lasciamoci sorprendere dalla potenza d’amore di Cristo risorto. Nel corpo glorioso del Signore sono ancora oggi impresse indelebili le sue piaghe: esse diventano feritoie di luce e di speranza per tutta l’umanità afflitta.

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