Pd caos,Schlein tra De Kete E Tonali

La migliore definizione di Elly Schlein, l’ha data un comico, Leonardo Manera. E trattandosi del Pd è chiaro che tutto si tiene. “È il De Ketelaere della politica”, ha detto alla trasmissione Uno, nessuno, centoMilan di Radio24. Per chi è dedito in maniera esclusiva al calcio, materia molto più seria della politica, è meglio precisare che De Ketelaere (di nome Charles) è un giocatore belga del Milan. Era stato il colpo di mercato dell’estate scorsa per opera di Paolo Maldini (ora cacciato dalla società rossonera), pagato 40 milioni e su cui c’erano grandi aspettative da parte dei tifosi, disattese ogni volta che ha messo piede in campo.

Anche Schlein nel giorno della sua elezione al vertice del Pd, aveva suscitato grandi speranze “Vedrai che questa ci riporta a vincere le elezioni”, “Rivolterà il partito come un calzino e gli darà una linea chiara”, “Caccerà tutti i cacicchi che avvelenano le falde del Nazareno”. Vero che la stagione di Elly è stata finora più breve di quella di De Ketelaere, ma le delusioni non sono mancate. Nella prima e finora unica prova elettorale il Pd è andato a fondo come un sasso nell’0acqua. L’unico successo importante è arrivato a Vicenza, dove il neo sindaco si è vantato di non aver voluto la segretaria tra i piedi in campagna elettorale. Alla leader poi sembra mancare, come al presunto talento belga, anche la continuità. Appare e scompare senza lasciare il segno nel campo politico.

Del resto il rinnegare sembra essere molto in voga dalle parti del Pd. Il neo vice capogruppo alla Camera. Paolo Giani, appena nominato ci ha tenuto a precisare che non è iscritto al partito e non ha alcuna intenzione di prendere la tessera. E non pago, ha pure affermato di essere contro la linea del partito sull’invio delle armi all’Ucraina. La stessa Elly, peraltro, è stata costretta a iscriversi ai Dem per poterli guidare, fino a quel momento aveva fatto tranquillamente politica, anche con maggior successo, senza appartenere al partito.

Giani ha preso il posto di Piero De Luca, che a quanto si dice, faceva il numero due del partito a Montecitorio perché figlio di Vincenzo De Luca, vulcanico (essendo campano la definizione calza a pennello) presidente della Regione Campania, nonché cofondatore del Pd. De Luca senior, dopo la defenestrazione del figlio, ha definito la segretaria del partito a cui lui sì è iscritto “una parolaccia”. A soli tre mesi dal rinnovo del vertice, insomma, il Pd sembra essere tornato quello che era prima e forse anche peggio: un luogo poco ospitale dove tutti si peritano a essere contro gli altri senza porsi il problema di andare a prendere i voti. Più che un partito sembra una commedia dei fratelli Vanzina.

A Elly Schlein, la cui stagione con la maglia da capitano del Pd rischia di concludersi con le elezioni europee del 2024, resta però una speranza. Al Milan, prima di De Ketelaere era stato acquistato Sandro Tonali, talento di centrocampo del Brescia. Anche lui alla prima stagione aveva deluso, salvo poi esplodere in quella successiva, culminata con lo scudetto rossonero e la chiamata in azzurro del giocatore. Se Elly saprà trasformarsi in un Tonali la sua storia e quella dei Dem potrà cambiare. In meglio perché peggio di così…

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