Quelli che votano ma non sanno bene cosa

Di solito funziona così. La vera notizia è quella che non scrive nessuno. Anche sotto elezioni. Soprattutto sotto elezioni.

Tutti lì a infervorarsi e a sbattezzarsi su quanto sia importante il voto e quanto sia fondamentale il voto e quanto sia eticamente e civilmente fondamentale il voto e quanto sia essenziale ricordarci di tutti quelli che hanno combattuto e si sono sacrificati e sono addirittura morti per questo diritto e, quindi, quanto sia dirimente andare alle urne dopo una scelta consapevole, meditata e motivata e bla bla bla e poi, ma guarda un po’, nessuno che si ricordi di un semplice fatto. E cioè che, comunque vadano le cose - bene a sinistra e male a destra, o viceversa, senza dimenticarci il centro, per carità - l’esito elettorale sarà comunque truccato. Tecnicamente e costituzionalmente ineccepibile, ci mancherebbe, ma truccato.

E sapete perché? Perché, statistiche alla mano, in Italia il 30% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Cioè, leggete bene questa enormità, nel nostro paese ci sono milioni e milioni di persone che non sono in grado di comprendere il significato di un testo, anche breve. Quindi, giusto per non offendere nessuno, ci sono milioni e milioni di italiani che non capiscono una mazza. E che vanno a votare. E che votano. E ci mancherebbe altro, mica possiamo fare la democrazia del censo culturale, altrimenti viene giù tutto, non esisterebbe più la democrazia in quanto tale. Ma intanto è venuto giù tutto lo stesso, visto che, sempre con le statistiche alla mano, il Belpaese di santi, poeti e navigatori è al penultimo posto in questa infamante classifica europea, appena un passo prima della Turchia. E abbiamo detto tutto.

Come noto, l’analfabetismo funzionale non ha nulla a che vedere con quello classico, immortalato nei romanzi realisti dell’Ottocento o nella cinematografia neorealista del dopoguerra, i disperati, i morti di fame, i reietti della terra, che non sapevano né leggere né scrivere e che sono fortunatamente ridotti da tempo ai minimi termini. No, questa è una specie nuova. Prolifica. Famelica. In continua e inquietante espansione. Queste sono persone con tanto di titolo di studio, anche alto - l’Italia è piena di cretini laureati, specie nei ruoli apicali… - che però, a seguito di una devastazione culturale prodotta da decenni di altrettanta devastazione familiare, sociale, televisiva, digitale e scolastica si sono ridotti a meri percettori passivi di informazioni - e più sono le informazioni, peggio è, al contrario di quanto scioccamente si pensa - senza più alcuna capacità di rielaborarle, analizzarle, confrontarle, contestarle. Bulimia informativa, conformismo esistenziale, superficialità assoluta, logica del branco, del gregge di pecore, della massa amorfa, farisea e filistea. La banalità fatta sistema.

E poi questi vanno a votare. E non sanno niente di quello che votano. Ma proprio niente. Non sanno niente di quello che gli dicono e quindi sono lì belli pronti a bersele tutte, ma proprio tutte, dalla prima all’ultima, le sarabande di cialtronate di destra, di centro e di sinistra: è tutta colpa dei fascisti! è tutta colpa degli antifascisti! è tutta colpa della casta! è tutta colpa dei cinesi, dei russi, degli americani, dei negri, degli ebrei! aborto libero! aborto vietato! pena di morte per quelli, pene esemplari per quegli altri! e sono tutti ladri e abbiamo sconfitto la povertà e abbiamo sconfitto la siccità e abbiamo scoperto la verità! e tutti in pensione, tutti, e subito, e tutti a casa con il sussidio e la dentiera gratis! viva il parcheggio in terza fila! invadiamo l’Albania! i sindacalisti sono tutti lazzaroni e gli imprenditori sono tutti manigoldi e le donne sono tutte zoccole e gli uomini sono tutti stupratori! c’è un complotto per farci perdere e c’è un complotto per farci vincere e lo Stato dov’è? lo Stato cos’è? lo Stato non c’è!

E questi applaudono e intonano coretti e mettono i cuoricini e intanto si fanno un selfie perché gli italiani - e i politici – che non si fanno un selfie sono dei falliti e invece è bello che i politici siano uguali a loro, così li possono votare proprio perché sono uguali a loro - cioè degli analfabeti funzionali - mentre invece dovrebbero essere molto, ma molto meglio di loro. E quindi votano a caso, sotto l’influsso delle pulsioni, della pancia, inebriati dal fastigio del masaniello di turno, destro o sinistro che sia, e infatti prima danno il 40% a quello che la pensa così e dopo due anni il 40% a quell’altro che però la pensa cosà e poi un altro bel 40% a quell’altro ancora che la pensa al contrario degli altri due, salvo poi buttare tutti quanti nel secchio perché li hanno stufati.

Ed è una storia lunga, lunga quanto lo sfascio sistematico del nostro sistema scolastico germogliato nei formidabili anni 70 da quel mostro partitico-sindacale che ha fatto della scuola un bivacco che non istruisce, non seleziona, non forma, non premia. E infatti in campagna elettorale nessuno ne parla. Anzi, il tema non è neppure in agenda - proprio come la mafia e l’evasione fiscale, chissà come mai? – perché guai a toccare le corporazioni consolidate, intoccabili e ingiudicabili - come i tassisti, i balneari e cento altre – una scuola ridotta a mero stipendificio, mero poltronificio che va avanti a forza di deroghe e sanatorie. Ma a questi va bene così. Anzi, va benone. Già si sono fatti, nessuno escluso, innumerevoli leggi elettorali che privano l’elettore di qualsiasi potere di interdizione, visto che non possono scegliersi il loro parlamentare, ma solo beccarsi il paracadutato o il miracolato di turno deciso dalle segreterie. E poi perché un popolo di analfabeti funzionali è perfetto da abbindolare, da circuire, da plagiare, da prendere per i fondelli. Tanto non capisce nulla.

Quando oggi andrete al seggio, state in guardia. Loro sono lì. E sono tanti. E il loro voto vale esattamente come il vostro, forse pure di più. Arrendetevi. Siete circondati…

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