
Da ragazzino di provincia alle prime armi uno si era fatto un’idea tutta sua del giornalismo. Un’idea idillica. Un’idea retorica. Un’idea eroica. E proprio basandosi su queste fanfaluche adolescenziali, si era immaginato che quando fosse accaduto il grande fatto tragico destinato a dettare l’agenda dell’informazione nazionale, allora sì che sarebbero scesi in campo i veri professionisti, i veri cronisti, insomma, i veri giornalisti, che avrebbero dimostrato a tutto il derelitto parco buoi del cronistume locale cosa volesse dire vergare un pezzo d’autore.
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