Veronica e Rosy, l’istinto d’amore

Due donne appassionate, volitive, amanti della natura e della montagna, perdono la vita per salvare quella di un animale, del cane di una di loro che improvvisamente strattona il guinzaglio e si avvicina al torrente in piena. Un attimo, e Rosy Corallo, sbilanciata dal peso dello zaino, cade in acqua e viene trascinata via mentre Veronica Malini si lancia nel tentativo di salvare l’amica, ma per entrambe non c’è scampo.

In molti si saranno domandati se valga la pena sacrificarsi per un cane, o avranno stigmatizzato la scelta delle due escursioniste di portarlo a tutti i costi in alta montagna, se pure al guinzaglio. Un animale anche se domestico, in natura ha reazioni diverse da quelle che manifesta in città, ci sono odori e rumori insoliti, tracce da seguire, soprattutto per un cane, e tutto allora diventa imprevedibile.

Ma Rosy e Veronica, non hanno dubitato nemmeno un secondo, il loro amico a quattro zampe avrebbe fatto parte della brigata, era “uno di famiglia”, quasi un figlio, una presenza anche consolatoria, come sempre più spesso accade, soprattutto tra chi è solo. Un compagno fedele con cui condividere la giornata, come si fa con un caro amico, o un parente, persone a cui si vuole bene e si vorrebbe fossero sempre vicine, perché l’amore se è vero, non conosce barriere, generi o specie, e un cane o un gatto ne sanno dispensare parecchio e spesso ci si sente in debito con loro.

Come si fa a dire no a un bambino di pelo e di coda, che la sera ci aspetta a casa riempiendoci di coccole, facendoci pesare meno la solitudine e il silenzio, il dolore di una separazione quello per i figli lontani, o magari una malattia? Rosy e Veronica erano persone felici, piene di interessi, impegnate nella difesa della natura e nel sociale, amanti dei grandi spazi aperti, del sole e dei boschi, e i loro animali erano sempre al piede, a condividerne le emozioni. Logico dunque che il cane visitasse l’Alta Valmalenco per una lunga escursione in territori meravigliosi, naturalmente al guinzaglio, come d’obbligo in questi casi, per evitare pericoli o incontri con animali selvatici.

A un compagno di vita si concede tutto, anche di uscire dal sentiero e avvicinarsi al torrente, un errore fatale che ha innescato però una serie di gesti d’amore ai quali non siamo più abituati, nella nostra società egoista e a volte arida, dove l’altruismo è visto come una debolezza se non un difetto, così come la solidarietà e il legame stretto tra uomini e animali. Rosa ha cercato di salvare il suo cane e Veronica di salvare Rosy, nessuna delle due donne ci ha pensato neppure un secondo, nonostante con loro ci fosse un accompagnatore, una guida esperta. In questi casi vince l’istinto, e la natura così tanto amata e desiderata diventa di colpo nemica, non ricambia il nostro amore, spesso alimentato soltanto dal godimento estetico, dall’osservazione di una pura bellezza.

Non era il caso di Rosy, escursionista più che esperta, e di Veronica, che per il suo compleanno aveva creato una raccolta fondi per il Wwf, ma il loro sacrificio ci fa riflettere sull’aumentata necessità di dare e ricevere amore, in un mondo dove questo sentimento si manifesta sempre più raramente tra un essere umano e l’altro, e troppo spesso soltanto in forma virtuale.

Così i nostri innamorati diventano cani, gatti, pappagalli, conigli, esseri su cui riversare affetto cercandone la compagnia e addirittura la solidarietà, sostituiti a partner e a figli non arrivati, soggetti di conversazione e delle nostre apprensioni, fotografati, coccolati e curati, a volte perfino vestiti. Un amore senza secondi fini, puro e perfetto, un amore come quello di Rosy e Veronica, più forte della morte.

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