
Lurago dice il primo sì alla fusione: «Con 12 milioni di motivi»
Approvato il via al progetto, sostenuto dalla maggioranza. Centrodestra contrario: «Linea condivisa anche dai segretari provinciali»

Lurago d’Erba
Passa con i voti della maggioranza “Progetto Lurago” il primo sì all’adozione del progetto per la fusione con Lambrugo. Contraria la minoranza di centrodestra. Sala gremita da oltre 200 persone per la seduta del consiglio comunale che ha dato il via all’iter formale per la fusione con Lambrugo.
Mattatore della serata è stato Federico Bassani, ex sindaco dal 2013 al 2023 e attuale assessore esterno nella giunta del sindaco, Davide Colombo. Proprio quest’ultimo ha fatto un’ampia presentazione del progetto sottolineando «i 12 milioni di motivi per essere favorevoli». Un gioco di parole per sottolineare però concretamente gli incentivi economici per la fusione che ammonteranno a 807mila euro all’anno per i prossimi 15 anni: in totale si parla quindi di oltre 12 milioni di euro.
«Sono fondi che potranno essere spesi su più fronti – ha sottolineato il sindaco – Dalle strutture scolastiche e sportive, dal possibile abbassamento dell’addizionale Irpef per arrivare al miglioramento e alla possibilità di avere nuovi spazi aggregativi e più risorse per il sociale, per la cultura e le biblioteche, per le associazioni e per i servizi. Una programmazione possibile a lungo termine su più fronti. Non verrà meno nulla, anzi si incrementeranno possibilità e servizi. In queste settimane c’è chi ha instillato preoccupazioni e paure, che non hanno motivo di essere. Avremo anche una riduzione della spesa corrente tra il 4 e l’11 per cento con ulteriori risorse che si liberano».
Agostino Panzeri, capogruppo della minoranza di centrodestra, ha letto in consiglio le posizioni contrarie dei tre segretari provinciali: Laura Santin (Lega), Sergio Gaddi (Forza Italia) e Stefano Molinari (Fratelli d’Italia): «Pareri che si aggiungono a quelli di un esperto e del nostro circolo di Fratelli d’Italia – ha sottolineato Panzeri – Andava fatto, ad esempio, un referendum preliminare e si possono seguire strade alternative, come l’unione dei Comuni, che non comporta la fusione diretta. Bassani è assessore esterno, ma forse oggi si palesa il suo voler entrare direttamente nella questione per tornare sindaco».
Bassani ha reagito con un intervento appassionato che ha incassato applausi scroscianti: «Mi aspettavo una vostra posizione, anche contraria, ma non la posizione dei segretari di partito che non si vedono mai in paese se non per cercare voti alle politiche – ha tuonato – Noi ci mettiamo la faccia, mettetecela anche voi: non fate parlare segretari o esperti che non conoscono il nostro paese. Sul mio essere esterno, posso dire che ci ho messo e ci metto il cuore in questa comunità da anni e sono molto più interno in questo paese di molti altri presenti in questa sede». Clima surriscaldato per il via al lungo iter verso il referendum.
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