Acinque, la sostenibilità è oro. «È un valore strategico»

La multiutility è stata premiata con il punteggio massimo nell’ambito del processo di certificazione Ecovadis. Stefano Cetti, amministratore delegato: «Non è un costo, genera efficienza operativa e aumenta la produttività»

L’impegno di Acinque in materia di sostenibilità, non è un accessorio, ma il cuore pulsante della strategia industriale. Lo dimostra il recente, e progressivo, successo nel processo di certificazione Ecovadis, che con la medaglia d’oro ha posizionato la multiutility ai vertici della classifica globale. Un risultato che testimonia non solo il desiderio, ma la ferma volontà di un Gruppo che, pur essendo il frutto di una recente aggregazione di ex municipalizzate con background differenti, è riuscito a costruire un percorso di eccellenza.

Su questo verte l’incontro con Stefano Cetti, amministratore delegato, e Valentina Minetti, responsabile sostenibilità.

Cosa significa per Acinque aver raggiunto questa certificazione e in quale posizione si colloca a livello globale?

Valentina Minetti: «Il risultato ci riempie di orgoglio: siamo posizionati nella parte alta della classifica, in quel 5% di aziende a livello globale che hanno registrato i punteggi più elevati negli ultimi dodici mesi. Il valore della valutazione risiede nell’analisi profonda che Ecovadis effettua su oltre 150.000 aziende in 250 settori. La certificazione è uno strumento per analizzare quello che è il livello di maturità non solo dei sistemi di gestione, ma anche dei sistemi di rendicontazione, permettendoci di individuare possibili aree di miglioramento».

Stefano Cetti: «Nel 2023 eravamo medaglia di bronzo, nel 2024 d’argento e ora siamo ulteriormente scalati. Direi che questo dà il senso profondo del percorso che abbiamo svolto. Per noi non è una mera dichiarazione di intenti, non è una carta da utilizzare quando andiamo in giro a fare i convegni, vogliamo coltivare il tema della sostenibilità ogni giorno, in quasi tutto quello che facciamo».

La sostenibilità di Acinque significa anche maggiore efficienza operativa?

Cetti: «Assolutamente sì, efficienza operativa che diventa anche maggiore produttività. La sostenibilità non è un costo, ma un fattore di razionalizzazione e risparmio. Vuol dire, ovviamente, attenzione all’ambiente, ma anche a quella che per noi è una sostenibilità di tipo economico-sociale e di gestione interna delle risorse, con un’attenzione profonda a temi come la diversity e l’inclusion, valorizzando tutte le abilità interne all’azienda».

Quali sono gli esempi più concreti di applicazione della sostenibilità nei vostri business principali?

Cetti: «Il caso del teleriscaldamento è un modello perfetto di economia circolare applicata. Si tratta di un’infrastruttura alimentata da impianti di termovalorizzazione (Como, Lecco, Busto Arsizio), che sono non solo la soluzione al trattamento dei rifiuti ma anche una fonte incredibile di energia che può essere utilizzata. Vapore e calore che altrimenti verrebbero dissipati in atmosfera vengono recuperati, trasformando un costo o un fattore di inquinamento in un valore che viene condiviso con il territorio. A Lecco, aggiungo, si sta lavorando per integrare anche il calore di scarto dell’acciaieria del Caleotto, un esempio virtuoso di simbiosi industriale. Il futuro da questo punto di vista è ricco di opportunità. Qualora sui nostri territori dovesse, ad esempio, essere localizzato un data center, sarà nostra cura verificare la possibilità di collegarvi un servizio di teleriscaldamento.

Sul fronte della gestione idrica, un servizio essenziale, quali sono i vostri obiettivi di sostenibilità e di efficienza?

Cetti: «Sostenibilità per quanto riguarda l’acquedotto vuol dire due cose: ridurre al più possibile le perdite ed essere efficaci ed efficienti dal punto di vista energetico. La gestione idrica è infatti estremamente energivora, specialmente per il pompaggio e la distribuzione dell’acqua. L’impegno quotidiano è in estrema sintesi l’adozione di tutta una serie di accorgimenti in modo tale che si possa avere una minimizzazione della quantità di energia elettrica necessaria per movimentare ogni singolo metro cubo d’acqua.

Ecovadis monitora anche le aree del lavoro, dell’etica e della filiera. In quali di queste aree Acinque ritiene di aver compiuto dei progressi significativi negli ultimi anni?

Minetti: «Il miglioramento è stato ottenuto su tutti gli ambiti, ma sottolineo due aspetti in particolare: l’approvvigionamento sostenibile e le pratiche lavorative, dove l’azienda ha spinto molto negli ultimi anni».

Quali criteri e standard di sostenibilità chiedete ai fornitori di rispettare, promuovendo lo sviluppo di una filiera sostenibile e locale?

Minetti: «I principi su cui selezioniamo i nostri fornitori sono quelli della trasparenza, della concorrenza e della parità di trattamento. Il Gruppo supporta attivamente una filiera responsabile, come dimostra il fatto che il 78% dell’ordinato è affidato a fornitori con un rating di sostenibilità, e il 79% è assegnato a operatori che lavorano in Lombardia, privilegiando un rapporto di prossimità e di fiducia. L’adozione di una politica sull’approvvigionamento sostenibile richiede del resto ai partner la condivisione del Codice Etico aziendale. Chiediamo ad esempio anche ai nostri fornitori di rispondere al questionario Ecovadis e di avere un impegno concreto, così come noi lo facciamo».

Riguardo alle pratiche lavorative, quali iniziative Acinque ha sviluppato per creare un ambiente di lavoro orientato al benessere e alla stabilità?

Cetti: «L’azienda investe in stabilità (il 99% degli 828 dipendenti è a tempo indeterminato) e sviluppo continuo. Abbiamo progetti di inclusione e parità di genere – ad esempio il 36% delle donne è manager in azienda – e progetti che riguardano l’ageismo. Questo tema è cruciale per la coesione interna: l’obiettivo è riuscire a far lavorare insieme, ottenendo risultati migliori, persone di età e culture diverse, ottenendo il meglio dall’unione tra esperienza di lunga data e un punto di vista più giovane. A ciò si aggiungono strumenti per conciliare vita e lavoro, come lo smart working (fino a tre giorni a settimana) e un ampio pacchetto di servizi di welfare a supporto delle famiglie. Inoltre, l’impegno costante in prevenzione e sensibilizzazione sui temi di salute e sicurezza è supportato da campagne come “Io sono salvo” e programmi come “365 giorni senza infortuni”, promuovendo una sorta di competizione positiva tra le squadre operative».

Come è organizzata la governance ESG di Acinque?

Cetti: «La sostenibilità nel Gruppo Acinque è presidiata a livello di Comitato Strategico, vale a dire il vertice decisionale del Gruppo. Inoltre è stato istituito un Comitato Esg per dare indirizzo e rispondere alla forte esigenza di rendicontazione imposta dalla nuova CSRD (direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità). L’organizzazione serve ad abbracciare tutte le aree aziendali e a rispondere ai requisiti di Tassonomia Europea, che classifica ricavi e investimenti come sostenibili. Tutta questa organizzazione che ci siamo dati va proprio nell’ottica di sviluppare una macchina che sia ben oliata e che riesca a rispondere in tempi rapidi a qualsiasi modifica normativa che ci viene richiesta dall’esterno, dal nostro partner industriale o dagli istituti di credito».

Qual è il ruolo della finanza sostenibile nella vostra strategia e in che modo l’impegno ESG di Acinque è premiato dagli istituti di credito?

Minetti: «Gli istituti di credito continuano a premiare le aziende che dimostrano un impegno concreto e continuativo, non solo sul ritorno economico, ma sull’impatto ambientale e sociale che gli investimenti producono. Il Gruppo ha adottato strumenti come un Green Loan da 100 milioni (finanzia investimenti sostenibili classificati come ammissibili ai sensi della Tassonomia Europea) e attivato una Linea di Credito Revolving TPI Linked da 45 milioni (prevede un meccanismo di aggiustamento del tasso di interesse legato al raggiungimento di specifici obiettivi ESG fissati insieme alle banche). Questi strumenti impongono di allineare sempre di più il nostro piano di sostenibilità alla nostra strategia finanziaria e allo sviluppo del piano industriale».

Qual è, in sintesi, l’elemento che rende l’approccio di Acinque alla sostenibilità un modello distintivo nel panorama delle multiutility?

Cetti: « La sostenibilità, per noi, è l’unica strada possibile per avere un’efficienza duratura e generare un valore condiviso con il territorio. Non è un must-have da esporre, ma un modus operandi da vivere ogni giorno».

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