
Cronaca / Lago e valli
Domenica 07 Settembre 2025
Variante della Tremezzina, dopo le promesse restano i dubbi
Griante: il sopralluogo con i vertici dell’Anas non ha cancellato le nubi sulla ripresa “intensiva” dei lavori. Preoccupa soprattutto la questione delle esplosioni in galleria che, nel migliori casi, ripartiranno a metà ottobre

Griante
Incamerati i buoni propositi legati alla ripresa dei lavori della Variante della Tremezzina dal 20 settembre (che peraltro cade di sabato), ora però servono certezze sul futuro del cantiere soprattutto per quel che concerne il destino delle “volate” tramite esplosivo. Il che significa avere tempi certi e garanzie anche sul futuro di tutta la filiera legata alle “volate”, in primis dal destino dello “smarino” ovvero del materiale scavato per la realizzazione delle gallerie.
Appurato - la notizia è emersa tra le pieghe del maxi summit di venerdì mattina, cui per Anas ha preso parte una figura apicale come l’ad Claudio Andrea Gemme - che presso il ministero dell’Ambiente si sta approfondendo (questa volta in via definitiva) la possibilità di conferire a lago una parte dei materiali di scavo in uscita dal portale della Ca’ Bianca a Griante, è fondamentale che lo “smarino” venga conferito con regolarità, visti gli spazi praticamente nulli di stoccaggio all’esterno dei due portali.
Per definire accettabili o quantomeno consoni al cronoprogramma auspicato i volumi di scavo serve che le due gallerie (principale e servizio) avanzino di quattro metri al giorno, il che significa avere sui due portali circa 1200 metri cubi al giorno per le gallerie principali e 600 metri cubi al giorno per le gallerie laterali di sicurezza, quindi 1800 metri cubi al giorno di materiale da trasportare e conferire negli appositi siti.
In realtà, le due gallerie di Colonno andrebbero “attaccate” anche sui fronti opposti, ovvero partendo dal “Perlana” (Ossuccio) ed in quel caso il materiale da stoccare quotidianamente salirebbe a circa 3600 metri cubi giornalieri (qualcosa come 300 camion al giorno per rendere appieno il concetto).
Ecco perché serve un piano ben definito legato agli scavi in galleria, che rappresentano il vero “core business” della variante, tenendo conto di un aspetto che non va dimenticato e cioè che ad oggi l’impianto (strategico) di betonaggio in quel di Castiglione d’Intelvi - accanto al distributore “Agip” - non è ancora stato realizzato. L’altro quesito da risolvere riguarda gli approdi temporanei davanti alla Ca’ Bianca di Griante, finiti fuori da radar, ma strategici per trasportare il materiale di scavo - depurati dall’arsenico naturale, che verrà conferito a Brescia (con i camion di cantiere in transito dentro le strettoie) - sull’altro ramo del lago e precisamente al Moregallo a Mandello del Lario.
Legittimo chiedersi se gli approdi temporanei così come il nastro trasportatore per conferire alle chiatte il materiale di scavo sono ancora attuali e soprattutto, seppur molto onerosi, se sono ancora previsti nel progetto, che ora sta passando al vaglio della perizia di variante. Una risposta in tal senso sarebbe auspicabile oltre che rilevante anche per le dinamiche della gia fragile viabilità lungo la Regina.
Le “volate” - stando alle informazioni in nostro possesso - non riprenderanno con cadenza regolare prima della metà di ottobre. C’è ancora un mese dunque per definire questo aspetto essenziale per la prosecuzione del cantiere. E in questo contesto il Tavolo “di regia” di cantiere - in cui siede anche l’impresa, presente venerdì ai due sopralluoghi ai portali di Colonno e Griante, ma non al vertice di Menaggio - risulta oggi più che mai indispensabile. Per questo andrebbe convocato quanto prima.
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