
(ANSA) - ROMA, 19 MAG - Oltre il 40% degli impollinatori invertebrati rischia l'estinzione a livello globale, mentre in Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori è in declino e un terzo è minacciato di estinzione. E con la loro sopravvivenza è a rischio anche la nostra. Il Wwf lancia l'allarme in occasione della Giornata Mondiale delle Api con la pubblicazione del dossier "Il futuro in un volo d'ape: perché salvare gli impollinatori significa salvare noi stessi", realizzato nell'ambito della campagna Our Future.
Gli impollinatori garantiscono la riproduzione di circa il 75% delle colture alimentari e del 90% delle piante da fiore selvatiche. Valutando una sola colonia di api, si stima una produzione di oltre 1.000 euro in frutti e bacche impollinate, contro i 240 euro ricavati dai prodotti dell'alveare. E secondo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, la drastica riduzione dell'impollinazione sta già contribuendo a circa 500.000 morti premature all'anno, a causa della diminuzione di frutta, verdura e frutta secca nella dieta.
Nel 2018 l'Unione europea ha vietato l'uso all'aperto di tre neonicotinoidi - pesticidi noti per i loro effetti devastanti sulle api - ma resta consentito il loro utilizzo nelle serre e in molti Paesi, tra cui l'Italia, sono state concesse deroghe che ne permettono ancora l'impiego.
«La crisi degli impollinatori non è un problema che riguarda solo la Natura, è una crisi che finisce per colpire direttamente noi: la nostra salute, il nostro benessere, la nostra sicurezza alimentare», sottolinea Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia.
"È indispensabile un cambio di rotta decisivo che in primis deve essere definito dalle nostre istituzioni: vietare le sostanze chimiche più dannose, aumentare le superfici agricole dedicate alla conservazione della natura, sostenere l'agricoltura biologica e promuovere l'agroecologia».
In questo scenario critico, l'approvazione della Nature Restoration Law da parte dell'Unione europea rappresenta un passo cruciale per invertire la rotta. Questa legge punta a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell'UE entro il 2030, inclusi gli habitat agricoli essenziali per gli impollinatori. (ANSA).
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