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La ricerca Dietro al capoluogo lariano ci sono anche grandi centri come Roma, Milano e Firenze. I dati si riferiscono al terzo trimestre 2025: ecco perché tanti lavoratori scelgono altre città
Como
Affitto, Como più cara di Milano e Venezia, il 42% dello stipendio dei lavoratori se ne va per pagare l’appartamento.
I dati, ripresi a livello nazionale, si riferiscono al terzo trimestre del 2025 e raccontano in diverse città del nord soprattutto a vocazione turistica un continuo aumento dei canoni chiesti agli affittuari a fine mese. Secondo uno studio pubblicato da Idealista l’impegno economico chiesto per l’affitto è pari in media lungo lo stivale al 31% del reddito complessivo. Tra i centri però più costosi in assoluto figura Como, 42% dello stipendio in affitto, sopra a Roma (41%), Venezia (40%) ed anche Milano (39%) e Firenze (36%). A Como negli ultimi dodici mesi la spesa per l’affitto sempre rapportato al reddito è salita dell’1%.
Non c’è confronto tra gli affitti di Como città rispetto ad altre città italiane, fanalino della classifica perché molto più economiche. Ad esempio, a Terni e a Caltanissetta per l’affitto i lavoratori devono spendere al mese in media il 13% di quanto guadagnano, avendo dunque in tasca un potere d’acquisto ben maggiore. Ed è forse anche per questo che tanti concorsi pubblici per fare l’autista o l’infermiere in altre province italiane hanno un successo ben maggiore rispetto a quelli pubblicati nel nostro territorio. Ci sono anche centri, non lontano, dove la richiesta per gli affitti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è data in calo, per esempio a Vicenza, come a Lecco, sull’altro ramo la diminuzione è pari a cinque punti percentuali.
Attenzione la stima riguarda la sola nostra città capoluogo, la percentuale di paghe che viene spesa in canone d’affitto a livello provinciale nel Comasco scende al 37%, una percentuale relativamente più economica rispetto ad esempio all’area metropolitana di Milano, 44%. E’ invece minore a Como città, sempre secondo i dati pubblicati da Idealista, il tasso di sforzo mensile chiesto ai lavoratori per comprare casa, ovvero il 37% del reddito. Un dato che è in salita rispetto al terzo trimestre del 2024, 32%, ma comunque più contenuto rispetto alla spesa per l’affitto. Conviene insomma acquistare, certo non è un impegno nei progetti e nelle esigenze di tutti. A livello provinciale lo sforzo chiesto per acquistare casa è pari al 22% del reddito complessivo, dove la media nazionale è ferma al 17% e mostra una diffusa riduzione dell’impegno per comprare casa in molti territori del nostro Paese.
L’affitto a Como brucia il potere economico delle nuove famiglie che arrivano da fuori. Così denunciano da tempo molti enti del terzo settore, dalla Caritas alla Fondazione Scalabrini. Questi due enti in particolare calcolano che due genitori entrambi lavoratori con due bambini piccoli per abitare a Como in una casa di almeno 90 metri quadrati, non una reggia, ma almeno un trilocale, devono guadagnare almeno 4.200 euro al mese. Una cifra che non tutte le posizioni più comuni, nel pubblico come nel privato, garantiscono. Questo succede perché tolto l’affitto bisogna fare i conti con la spesa, l’asilo e la scuola, i vestiti e ove possibile pochi svaghi. Ed infatti anche enti datoriale come Confindustria sul tema casa da mesi stanno cercando soluzioni per i lavoratori.
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