A scuola tornano i giudizi, ma un pedagogista spiega che sono «un passo indietro»

Il dibattito Valutazioni sintetiche e non più descrittive. Mantegazza: «Scelta negativa per le elementari». Insegnanti divisi: aspettiamo indicazioni dal ministero

Dal prossimo anno scolastico, la valutazione per gli alunni alle elementari cambierà di nuovo. Non più i giudizi descrittivi, che erano entrati in vigore nel 2020/2021, ma il ritorno a quelli sintetici, dall’ottimo a insufficiente.

Una novità, l’ennesima, che sta creando un certo malcontento tra presidi e alcuni insegnanti e che, a dire il vero, non convince nemmeno i pedagogisti. L’attuale sistema prevede quattro gradi di giudizio: in via di prima acquisizione, base, intermedio e avanzato. Si tratta non di un voto “secco”, ma appunto di una descrizione che va letta nel suo complesso per capire a quali obiettivi è arrivato il bambino e quali sono i punti di forza e quelli su cui si deve lavorare.

Ottimo o insufficiente

Per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, però, la riforma eliminerebbe «giudizi astrusi e incomprensibili sostituendoli con giudizi chiari e da tutti comprensibili, come ottimo o insufficiente. Non si perde nulla, piuttosto si migliora, semplificando e chiarendo, nell’interesse degli studenti e delle famiglie». Come detto, non tutti sono d’accordo.

«Si tratta di un passo indietro e come tutti i passi indietro è negativo – evidenzia il pedagogista Raffaele Mantegazza -. La cosa che mi stupisce è che non sia stata fatta una valutazione della riforma precedente: bisognava raccogliere dati ed eventualmente cambiare. Credo che in una scuola elementare siano molto negativi i giudizi sintetici perché incasellano il bambino in una valutazione che è stretta, invece di una descrittiva e narrativa. Mi domando cosa possa voler dire “gravemente insufficiente” per un bambino, io penso che sia sbagliatissimo dal punto di vista pedagogico». E aggiunge: «Chiaro che bisogna sottolineare un errore se viene fatto, ma in chiave evolutiva. Dicendo che “stai raggiungendo questo obiettivo”, sto proiettando nel futuro, sto dando una speranza: è diverso dal dire “sei insufficiente”. Serve avere più spazio per raccontare il bambino, io penso che i voti andrebbero aboliti addirittura alle superiori. Spero che anche gli insegnanti facciano valere la propria voce, il loro parere conta visto che lavorano tutti i giorni con i bambini. L’impressione è che sia stato bypassato il mondo della scuola nel fare una riforma così importante».

Il parere dei docenti

Tra gli insegnanti, comunque, i pareri si dividono. «La valutazione in atto ora è poco chiara ai genitori, che non sono stati particolarmente entusiasti di questi cambi e che spesso non capiscono il giudizio – è il parere di Monica Scaranaro, vicepreside della primaria dell’ic di Albate – Se si torna ai giudizi sintetici, bisogna capire quali saranno le indicazioni del ministero. Non credo ci sia malcontento tra tutti gli insegnanti, così si coprirebbero dei buchi valutativi, con valutazioni intermedie che noi sentiamo di dare. Per quanto mi riguarda, preferisco un giudizio sintetico rispetto a un livello». Non è dello stesso parere Irene Crusco, insegnante della primaria Severino Gobbi di via Viganò: «La valutazione deve essere per forza formativa, uno spunto per dare gli strumenti per capire i punti di forza e di debolezza e agire. La riforma che è avvenuta in corso d’anno è stata una rincorsa che, secondo me, non ne ha fatto apprezzare il valore, che porta al centro il percorso dei bambini. Non è su una valutazione che metto il giudizio, ma su una somma di osservazioni. Si cambia ogni tre anni la valutazione come se dietro non ci fosse un lavoro». «Il mio parere da docente da quarant’anni è che in tutti questi anni la primaria è stata toccata da tantissime riforme – chiarisce Mira Bianchi, referente della primaria di via Sinigaglia – Spesso non abbiamo nemmeno avuto il tempo di verificare il funzionamento delle valutazioni. Ora è successo proprio questo. Rispetto all’utenza, c’è sempre stato un aggiornamento ai genitori e agli alunni, per renderli consapevoli della nuova modalità di valutazione. Per noi il parzialmente acquisito corrisponde a un alunno che ha iniziato un percorso in una disciplina e che quindi non ha ancora raggiunto un livello, diverso da dire insufficiente».

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