A9, code e proteste per i cantieri
«Siamo esasperati»

I frontalieri: «Situazione ormai insostenibile». Il direttore di tronco di Autostrade: «Opere obbligatorie e cerchiamo di minimizzare i tempi»

Prima il restringimento delle corsie dopo Lazzago e, adesso, anche la chiusura di due corsie per lavori di manutenzione delle gallerie. I frontalieri che ogni giorno percorrono il tratto di autostradale dove, già da tre anni, si susseguono interventi di ripristino e messa in sicurezza, sono esasperati.

«Sto ricevendo moltissime segnalazioni - commenta Claudio Farinelli, co-amministratore del gruppo “Frontalieri Ticino” che conta qualcosa come oltre 29mila iscritti - da parte di frontalieri che come me, ogni mattina, si recano in Svizzera per lavoro e rientrano in Italia la sera. Dal 7 maggio per lavori su impalcato , è stata messa in atto la chiusura della corsia di marcia lenta mediante posa di new jersey dal chilometro 34 al km 35 in direzione Svizzera e lo stesso in direzione Milano. La situazione traffico, in particolare verso sud al rientro in Italia dalla Svizzera, è da considerarsi drammatica con code che alcune sere arrivano ben prima della dogana di Brogeda, in territorio svizzero e quantificabili oltre i 30 minuti di attesa». Il rappresentante dei frontalieri è preoccupato anche in prospettiva poiché le ordinanze prevedono «la chiusura fino al 4 settembre» e che «la situazione potrà solo peggiorare in vista del traffico turistico».

Le lamentele

Farinelli: aggiunge: «Abbiamo cercato, invano, di contattare la società Autostrade per verificare se fosse possibile adattare il cantiere, così da eliminare almeno la chiusura della corsia lenta in direzione sud (ove si verificano le maggiori criticità) a favore di un restringimento di corsie o trovare altra soluzione al fine di limitare i disagi. Nonostante i numerosi solleciti, non abbiamo ricevuto alcuna risposta eccetto che “la nostra richiesta è stata inoltrata all’ufficio competente” o che “trattasi di lavori necessari ed improrogabili”».

In più «ad oggi non ci sono operai al lavoro che giustifichino la chiusura di una corsia in autostrada né in orari diurni né notturni» e conclude evidenziando il nuovo cantiere partito ieri «che prevede un’unica corsia per senso di marcia in entrambe le direzioni su tutta la tratta tra le uscite Como Centro e Lago di Como e che contribuisce a rendere, se possibile, ancora piú drammatica la situazione».

Da Autostrade per l’Italia chiariscono che per quanto riguarda il restringimento a Lazzago è dovuto «al completamento delle ispezioni, effettuate secondo le linee guida del ministero delle Infrastrutture, e all’esecuzione delle attività propedeutiche all’avvio dei lavori di manutenzione programmati per il 15 giugno, sulla base degli esiti delle verifiche». Il direttore di Tronco Luca Beccaccini spiega a “La Provincia” che «le attività di manutenzione inizieranno il 15 e andranno avanti per quattro settimane con un sistema organizzato su più turni di lavoro in modo da guadagnare tempo nell’esecuzione evitando, quindi, di finire a settembre, come previsto dalla prima ordinanza». E chiarisce che «lì si tratta di un viadotto, per quanto piccolo, soggetto alla prima fase diagnostica e, ora, a quella dei lavori che prevedono anche l’adeguamento dell’infrastruttura agli attuali dettami normativi».

Le procedure

Aggiunge inoltre, per quanto riguarda i nuovi lavori scattati poco più avanti, tra il chilometro 35 e il km 40 in direzione Chiasso «l’attività di consolidamento strutturale andrà avanti per due settimane con turni h 24 sette giorni su sette». E, paradossalmente, sottolinea che avere i due cantieri in sequenza «eviterà di avere il disagio in due momenti distinti». Proprio per le gallerie ribadisce che «gli interventi si compongono di tre fasi distinte, l’analisi preliminare, quella più approfondita e i lavori effettivi» e che «si arriva alla chiusura solo perché assolutamente necessario e con l’obiettivo di ridurre i disagi al minimo».

Ma perché, si chiedono in molti, non si fanno questi lavori tanto invasivi in inverno. Da un lato, chiude Beccaccini, ci sono i tempi necessari per le diverse fasi, ma soprattutto, «non si posso fare interventi che richiedono chiusure prolungate con il rischio neve, per questo in inverno si fa la diagnostica che, eventualmente, può essere interrotta». A marzo, nello stesso tratto, erano stati effettuati lavori analoghi, ma in direzione opposta. Difficile, infine, ipotizzare percorsi alternativi sulla viabilità ordinaria, già congestionata e, quindi, secondo Autostrade, non in grado di fornire un reale vantaggio in termini di tempi di percorrenza.

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