Allarme per i soccorritori comaschi, le chiamate salgono del 25%: «Ci sono troppi anziani in giro con 36 gradi»

Salute È soprattutto chi vive solo a rivolgersi con maggiore frequenza ai servizi di emergenza. I volontari: «Per fortuna non sempre si tratta i pazienti gravi». Il rischio? Le lunghe attese al ps

Troppi anziani sotto il sole, +25% di chiamate al 118.

Rispetto allo stesso periodo del 2022, da Ferragosto, a Como e provincia sono molto aumentate le richieste di soccorso. Sul totale delle ambulanze uscite, spiegano dall’Agenzia regionale di emergenza urgenza, la grande ondata di caldo ha molto influito. Così raccontano anche i volontari e i soccorritori alla guida delle ambulanze. La pressione sugli ospedali in realtà è scarsa, e le varie croci impegnate hanno forze sufficienti, complici i tanti comaschi ancora nei luoghi di villeggiatura. Per colpa del caldo sono soprattutto gli anziani rimasti in città a chiamare il 118. Persone spesso sole, con problemi di disidratazione, messi a dura prova dalle temperature bollenti. Medici e volontari suggeriscono però più attenzione, molti anziani non seguono le più semplici regole per evitare di finire vittime dall’afa.

I rischi aumentano

«In questi giorni si notano gli effetti del caldo asfissiante – racconta Paolo Beretta, in forza alla Croce Rossa di Como – soprattutto a danno degli anziani che patiscono malori e colpi di calore. Però è vero che troppe persone in là con gli anni escono nelle ore centrali della giornata, con le temperature esterne molto elevate. Non seguono le regole base: idratarsi tanto, stare all’ombra, fare sì una passeggiata, ma solo la mattina o la sera. Così facendo è ovvio che i rischi aumentano».

Qualche numero

Il balzo delle chiamate all’Areu, rispetto alla settimana di Ferragosto del 2022, è parecchio superiore alla media regionale, che registra comunque una crescita, ma pari al 10%. Su Como e sul lago incide anche il numero di turisti stranieri.

«L’aumento è netto ed è in gran parte attribuibile al grande caldo» conferma Gianluca Vicini, altro membro della Croce Rossa comasca. «Chiamano anziani spesso soli, pensionati con insolazioni e gravi disidratazioni – gli fa eco Francesco Cattaneo, presidente della Croce Azzurra di Como – cittadini con poche relazioni sociali, che abitano in case magari sprovviste di condizionatori e deumidificatori». Detto che in questi giorni il Sant’Anna come il Valduce non lamentano un sovraffollamento dei Pronto soccorso, al netto dei tanti malori da caldo, resta anche il tema delle troppe chiamate per bisogni di cura non urgenti. «Tanti anziani soffrono in questi giorni il caldo, è vero – dice Davide Pusterla, volontario Cri – Però capita spesso la notte di andare a casa di persone che non hanno realmente bisogno di andare in ospedale. Chiamano senza vere urgenze, senza problemi di salute gravi. Queste persone anche molto anziane arrivano in ambulanza in ospedale e finiscono per aspettare ore in coda, non per colpa dei Pronto soccorso che già hanno un gran da fare e possono contare su poco personale».

Nella prima parte dell’anno al Sant’Anna i codici considerati lievi erano il 69,8% degli accessi totali, più precisamente il 51,4% erano codici verdi e il 18,3% codici bianchi. I più urgenti codici gialli hanno raggiunto il 24,9% mentre i codici rossi, i più gravi, sono il 5,2%.

Vero è che il sistema sanitario dovrebbe dare una pronta risposta anche ai tanti pazienti con problemi minori, magari a casa da soli in queste difficili giornate di caldo.

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