Ancora polemiche sugli asili nido a Como. I sindaci dei paesi di cintura: «Como pensi anche a chi vive qui»

Il caso Rapinese aveva detto: «Posti ai residenti, se poi arrivi da fuori...». La replica dei colleghi: «Meglio fare squadra per dare a tutti servizi migliori»

La chiusura di due nidi comunali decisa dall’amministrazione comunale intende garantire attraverso una razionalizzazione del personale un maggior numero di posti per i bambini.

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Il regolamento

Il sindaco Alessandro Rapinese durante la conferenza stampa ha spiegato di voler «azzerare le liste d’attesa», che pure in realtà esistono ancora. Ma ha anche specificato che «il Comune deve garantire un posto a tutte le famiglie residenti, se poi arrivi da Villa Guardia...». Puntini puntini: come a dire che chi arriva da fuori sta in coda.

In effetti il nuovo regolamento dei nidi approvato l’anno scorso assicura una forte priorità alle famiglie residenti in città, in particolare ai genitori entrambi lavoratori, rispetto alle famiglie che abitano in provincia.

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I Comuni limitrofi, su questo come su altri temi, gradirebbero però una maggiore condivisione. «Lo slogan “prima i miei e poi quelli degli altri”, che sentiamo da molto tempo, non mi trova d’accordo – dice Valerio Perroni, sindaco di Villa Guardia – Sarebbe meglio, credo, fare squadra per dare a tutti un miglior sistema educativo, sanitario, per restare a Como una mobilità e un sistema stradale più efficiente. Io lavoro in città e ci vengo ogni mattina e pensare che Como sia anzitutto dei residenti e poi degli altri credo sia un’idea con il fiato corto. Poi certo capisco che ogni Comune debba fare i conti con i propri numeri. Comunque, al di là delle scelte e dei modi, è indubbio che il sindaco Rapinese abbia sollevato il dibattito». Villa Guardia non ci sono nidi comunali, sebbene il Comune supporti strutture accreditate. I paesi vicini gravitano attorno alla città spesso per ragioni di lavoro, si tratta di operatori e professionisti che pure hanno bisogno di servizi, compresi asili e parcheggi. «Io penso che sia giusto condividere alcuni servizi e lavorare insieme tra enti su alcuni temi – dice Roberto Fornasiero, sindaco di Fino Mornasco – Per i nidi noi abbiamo una convenzione per esempio con Cadorago. Di sicuro ogni Comune deve fare i propri ragionamenti, guardare all’edilizia, al calo demografico, ma il capoluogo è un riferimento per tutta la provincia».

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La richiesta: più dialogo

Diversi primi cittadini sottolineano appunto il ruolo che deve avere il centro più importante della provincia. «È un problema in realtà antico – spiega Alberto Introzzi, sindaco di Montano Lucino – Adesso giustamente si parla di nidi, ma se vogliamo migliorare le sorti di tutto il nostro territorio, dalla viabilità ai parcheggi, non possiamo limitarci tutti al nostro orticello. Il capoluogo di provincia deve dialogare».

«Non voglio fare polemica, ma le modalità di dialogo del sindaco di Como sono sotto agli occhi di tutti – commenta Alessio Cantaluppi, sindaco di Lipomo – Anche su servizi come gli asili comprendo che si scelga di tutelare i propri cittadini, ma spero che Como città non voglia arroccarsi rispetto al resto del territorio».

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