Breccia dice addio a Roberto, il motociclista morto a Grandate: «Aiutaci tu a trovare un perché»

Il funerale In parrocchia l’addio al motociclista, 36 anni, morto a Grandate. Tanti amici e tante lacrime. Il parroco: «Oggi dovremmo stare in silenzio»

È bastato vedere quante persone si sono radunate ieri nella chiesa di Breccia, per capire l’impronta che Roberto De Maestri ha lasciato in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Sguardi bassi, volti rigati dalle lacrime e abbracci, per cercare di dare consolazione a un dolore troppo grande. Ma anche tanta incredulità e fatica ad accettare che Roberto non tornerà.

L’uomo, 36 anni, è morto la sera del 22 marzo in un incidente stradale tra Grandate e Casnate, dopo lo scontro con un’auto mentre era in sella alla sua moto. Il magistrato aveva disposto l’autopsia e solo dopo la salma è stata restituita alla famiglia, per l’ultimo saluto.

L’arrivo del feretro, ieri, è stato accompagnato da un lungo silenzio: accanto alla sua famiglia i tantissimi amici, ma anche i colleghi dell’Esselunga, per la quale lavorava da anni come macellaio e ora nel ruolo di vice responsabile a Fino Mornasco. Un ragazzo sempre sorridente che portava allegria e che sapeva farsi voler bene: così è stato descritto dal fratello Francesco e da amici e colleghi. «Le parole che sto per dire sono preghiere che affido a Roberto, perché le porti al Signore – ha detto il sacerdote durante l’omelia -. Lui ora è in paradiso e vede Dio così com’è. La prima cosa che mi viene in mente è che bisognerebbe stare in silenzio: metterci una mano sulla bocca e far entrare solo tutte quelle cose che nella vita abbiamo sperimentato con Roberto. Il mistero della vita e della morte fanno parte del nostro vivere: a noi il compito, e chiediamo a Roberto di aiutarci, di tentare di capire il perché, a dare un senso quando una persona di 36 anni muore. Gli chiediamo anche di aiutarci a fare in modo che le nostre scelte siano scelte di vita, che costruiscono il nostro bene e il nostro stare insieme, le relazioni».

«Roberto era un po’ tremendo, ma simpatico – ha aggiunto il sacerdote, strappando un sorriso ai presenti – con il suo modo di fare, aveva trovato posto nel cuore di tutti. Mangiava tante caramelle quando era piccolo e io lo prendevo in giro; sotto sotto aveva il desiderio di mettere in bocca qualcosa di dolce. La preghiera che facciamo è che ci sia la possibilità di far entrare in ognuno di noi qualcosa di dolce e di bello e, allo stesso tempo, che le nostre parole siano dolci. Ora Roberto è in cielo e sicuramente il Signore lo avrà messo a lavorare in qualche supermercato. Lo affidiamo a lui». Un grande vuoto quello lasciato da Roberto De Maestri, il cui sorriso continuerà a vivere attraverso tutti coloro che lo hanno amato.

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