Associazione Carducci cacciata dopo la decisione del giudice: il Comune toglie i lucchetti

Viale Cavallotti Nella sede dirigenti e tecnici di Palazzo Cernezzi con i vigili. La decisione presa poche ore dopo il parere del giudice. Dentro porte chiuse

Como

Con un nuovo lucchetto al cancello affacciato su viale Cavallotti la vicenda legata alla sede del Carducci è giunta a un nuovo punto di rottura. Rotto infatti il catenaccio posizionato dall’associazione all’ingresso dello stabile, questo pomeriggio un gruppo composto dai dirigenti Valentino Chiarion, Luca Noseda e da funzionari di Palazzo Cernezzi, accompagnati dalla polizia locale, ha fatto il suo ingresso nell’edificio che da mesi è oggetto di un contenzioso legale.

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Lo sfratto riuscito, al secondo tentativo

Intorno alle 17 gli operai incaricati dal Comune hanno spaccato il lucchetto che impediva l’accesso da più di un anno al Carducci. E infatti l’azione andata in scena questo pomeriggio è sembrata il secondo atto di un episodio avvenuto mesi fa, a ottobre del 2024, quando lo stesso sindaco Alessandro Rapinese (ieri assente) si era presentato in viale Cavallotti con il dirigente del settore Patrimonio, Valentino Chiarion, e il comandante della polizia locale Vincenzo Aiello (anche lui assente ieri) per eseguire lo sfratto dell’immobile. Sfratto tentato ma fallito all’epoca perché la presidente dell’associazione, Maria Cristina Forgione (un’altra protagonista assente in questo secondo atto della vicenda che ruota intorno al Carducci) si era fisicamente opposta all’azione del Comune, con tanto di denuncia per occupazione abusiva dell’edificio e resistenza a pubblico ufficiale.

Niente di simile è accaduto oggi però. Funzionari e dirigenti sono entrati nello stabile, dopo che il catenaccio del cancello di ingresso è stato spezzato e la porta forzata, senza però danni conseguenti. Un giro di verifica all’interno dell’edificio ha permesso di constatarne le condizioni. «Abbiamo trovato molte porte chiuse - ha detto Chiarion - ma non le abbiamo forzate. Ora si procederà chiedendo ai precedenti occupanti di riprendersi le loro cose. Di fatto è stata una ripresa di possesso in esecuzione di un’ordinanza del Comune di mesi fa».

Un secondo tempo, appunto, che arriva poche ore dopo la decisione della sezione prima civile a favore di Palazzo Cernezzi, nonostante il sindaco Rapinese avesse lasciato intendere che lo sgombero sarebbe avvenuto a distanza di qualche giorno: «Oggi non abbiamo tempo - ha dichiarato ieri -, se non se ne andranno agiremo in forza». E così è stato oggi, invece, con una messa in atto dell’ordinanza che lo scorso autunno era stata bloccata da una serie di vertenze.

Associazione assente

Palazzo Cernezzi dunque è tornato in possesso di un immobile la cui piena disponibilità, stabilita da un contratto di vendita del 1930, è stata passata al vaglio dei giudici negli ultimi mesi per verificare la possibilità di farvi entrare ora il Conservatorio. L’associazione Carducci oggi era assente, con l’unica eccezione di Gerardo Monizza, ex consigliere che l’aveva lasciata in polemica con la presidenza di Forgione e che questo pomeriggio invece è sopraggiunto per assistere allo sgombero e scattare qualche fotografia dei nuovi lucchetti.

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