Case comunali nel degrado: «Basta»

Il caso Viaggio in via Anzani, dove i residenti protestano per la muffa e le pareti scrostate negli appartamenti: «Molti di noi hanno problemi di salute, il sindaco ci aiuti». All’esterno episodi di spaccio e microcriminalità

Versano in condizioni di degrado le palazzine al civico 37 di via Anzani, a breve distanza dal polo universitario di via Valleggio. La maggior parte degli appartamenti dello stabile sono comunali: gli inquilini reclamano a gran voce interventi urgenti da parte dell’amministrazione per garantire un livello di manutenzione che, allo stato, è ritenuto non soddisfacente.

Arianna Vecchietti abita qui, al secondo piano, in prossimità della scala “A”. Ha contattato il nostro giornale per segnalare alcune gravi criticità riscontrate sia a casa sua, sia all’esterno nelle aree comuni. Siamo quindi entrati nella palazzina al fine di documentare la situazione.

Colpisce subito, non appena ci si avvicina al cancelletto di ingresso, constatare i postumi di un incendio divampato proprio lì, sotto una sorta di porticato affacciato sul cortile interno. «Un’anno e mezzo fa circa, di notte - racconta la signora Vecchietti - qualcuno ha dato fuoco a un motorino. Le fiamme hanno rovinato i muri esterni del palazzo e i soffitti. Il nero della fuliggine non è stato mai rimosso perché al momento nessuno ha ancora predisposto pulizie o lavori di verniciatura».

I danni dell’incendio

È stato il signor Ernesto Consoli, inquilino del primo piano, a subire i danni maggiori causati dall’incendio. Dal soffitto e dal muro esterno del suo piccolo balcone affiora ancora la fuliggine.

«Ho più volte fatto presente - dice - di soffrire di seri problemi respiratori ed essere costretto ad avere al mio fianco tutto il giorno la bombola dell’ossigeno. Non fa bene alla mia salute convivere con i resti di un incendio. Se nessuno fa nulla, stare qui sarà per me sempre più problematico». La signora Antonia Semeraro, che vive qui da 19 anni, ci porta invece lungo il corridoio dello stesso piano: in più punti l’intonaco delle pareti è scrostato, si intravedono scritte con lo spray colorato e profonde crepe. Non mancano estese macchie di umidità nella parte bassa del muro.

Macchie nere di muffa

«Quando apro il rubinetto dell’acqua calda all’interno della doccia - spiega - mi capita spesso di dover tamponare con un panno le gocce nere o giallastre che colano dalle tubature. Ho parlato in più occasioni con i tecnici comunali, ma al momento all’orizzonte nessuna soluzione concreta».

Nell’appartamento della signora Vecchietti si può documentare la presenza di macchie nere di muffa sul soffitto della cucina e al centro di una parete in camera da letto. «Questa casa prende poco sole - precisa - e il livello di umidità è sempre molto elevato. Io sono invalida al 100%, nel 2021 ho subito un’operazione chirurgica alla caviglia in seguito ad un incidente stradale e mi piacerebbe abitare in un ambiente più salubre, anche per evitare di peggiorare le mie condizioni di salute».

Oggetto di lamentela il fatto che il riscaldamento centralizzato quest’anno sia stato spento durante i primi giorni del mese di aprile senza alcun tipo di preavviso: «Sapevamo che lo spegnimento era previsto il 7 aprile - aggiungono - ma avremmo gradito quantomeno l’affissione di cartelli informativi da parte dell’amministratore. Ad oggi abbiamo diciassette gradi in casa e, considerato il tasso di umidità, la dobbiamo necessariamente fare uso delle stufette elettriche».

Infine, tra le ulteriori problematiche di una zona già da tempo sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine per via dei frequenti episodi di rissa e spaccio, c’è il tema della vicinanza al parcheggio dell’Ippocastano, teatro anch’esso di episodi violenti. Anche su questo fronte i residenti chiedono all’amministrazione un passo in più a tutela della loro sicurezza.

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