(Foto di cusa)
Via XX Settembre L’assessore Comazzi: «Incredibile che il Comune non collabori con noi». Il sindaco: «Contrariamente a lui, non ho tempo da perdere»
Como
Un’altra battaglia nella “guerra dei ciliegi”, in corso ormai da due settimane, si è consumata ieri con l’arrivo in città dell’assessore regionale al Territorio e Sistemi Verdi Gianluca Comazzi (Forza Italia) e, successivamente, con le parole tutt’altro che concilianti del sindaco Alessandro Rapinese.
Comazzi, come aveva annunciato nei giorni scorsi, ha effettuato un sopralluogo in via XX Settembre con i tecnici regionali di Ersaf che hanno già dalla prima mattina fatto una ricognizione, pianta per pianta, per valutare lo stato di salute almeno dal punto di vista “visivo” non potendo procedere con campionature o altre attività senza l’autorizzazione del Comune che non ha mai risposto alla mail inviata direttamente dall’assessore a Rapinese. Sul posto anche un gruppo di cittadini, la referente del comitato Giorgia Merlini, il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi, la portavoce di Europa Verde Elisabetta Patelli ed esponenti locali di FdI, Pd, Movimento Cinque Stelle e Nova Como.
«Questa vicenda – le parole di Comazzi – è paradossale: siamo di fronte a un Comune che spende denaro pubblico per tagliare piante sane, contro il parere di cittadini e residenti. Quella del sindaco Rapinese è stata una decisione calata dall’alto, ignorando le 5mila firme raccolte dal comitato e il dispiacere di chi abita in zona e ha molte ragioni, anche di tipo identitario, per difendere i ciliegi di via XX Settembre. Regione verificherà se la Soprintendenza è stata coinvolta e se ha espresso un parere, anche a fronte del fatto che il 58% del territorio lombardo è sotto tutela paesaggistica. Confidiamo nel fatto che il sindaco faccia un passo indietro. In molti casi, dire “ho sbagliato” e tornare sui propri passi è sintomo di grande maturità e intelligenza. I cittadini apprezzerebbero».
L’assessore ha rinnovato «la richiesta di mettersi a un tavolo anche perché i tecnici hanno rilevato che solo pochi esemplari presentano criticità, mentre la maggior parte delle piante è sana» e stigmatizzato le mancate risposte di Rapinese. «È la prima volta nella storia di Regione Lombardia che un sindaco non ci risponde e decide di non collaborare con un’istituzione superiore». Ha concluso dicendo che i tecnici di Ersaf sono pronti a fare valutazioni ulteriori se il Comune lo consentirà. Gaddi ha aggiunto che «l’aspetto più surreale della vicenda é voler abbattere tutte le piante, comprese quelle sane, per cambiare completamente essenza. È talmente ovvio che i ciliegi malati debbano essere sostituiti con altri ciliegi e non con peri, che davvero non si comprende il senso logico di questo accanimento».
All’orizzonte, non si prevede alcun accordo. Rapinese ancora una volta sceglie la strada dell’attacco: «L’unico spreco di denaro - ha commentato - è il tempo dell’assessore che di certo non è pagato dai cittadini lombardi per fare “l’umarell” a fianco dell’umarell Gaddi. Per quanto riguarda le analisi fatte da questi tecnici aspetto una relazione. Devono essere molto bravi perché, in pochi minuti e senza campioni, si sono espressi in modo contrario a un professionista qualificato che ha lavorato per settimane». E poi: «Lo ringrazio per la vicinanza ai miei concittadini che io starei trascurando, peccato che abbia visto solo attivisti politici mentre gli altri a quell’ora lavorano e così dovrebbe fare anche Gaddi che, tra i suoi compiti, non ha quello di tutelare i ciliegi marci. Vada a farsi un giro in treno, in ospedale...». E su incontri o risposte all’assessore è tranchant: «Contrariamente a Comazzi non ho tempo da perdere».
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