Bruciano rifiuti in Alto Lario, la nube arriva fino a Como

Colico Il rogo alla Seval che tratta apparecchi elettrici. Allarme alle 6 del mattino, 10 ore per domare le fiamme

A tre settimane esatte dall’incendio che aveva richiesto un imponente dispiegamento di uomini e mezzi alla Seval di Colico, un altro rogo è divampato ieri mattina attorno alle 6 all’azienda di via La Croce che si occupa del trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Imponente dispiegamento

E l’impiego di squadre del soccorso è stato ancor più massiccio.

Se, infatti, il 19 novembre, sempre una domenica mattina, le fiamme erano rimaste circoscritte in un’area di 60-70 metri quadrati adibita allo stoccaggio delle batterie litio-ione, ieri mattina invece hanno avviluppato il deposito coperto di stoccaggio dei cosiddetti Rae, ossia ciò che rimane di apparecchiature che, per un corretto funzionamento, hanno avuto bisogno di correnti elettriche o di campi elettromagnetici e che sono state progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1.000 volt per la corrente alternata e a 1.500 volt per la corrente continua.

Questo secondo la definizione di uno specifico decreto legislativo. Un deposito con un tetto in lamiera a causa del calore è collassato su se stesso, danneggiando - ovviamente - anche le strutture esterne.

Sul posto, la centrale operativa per le emergenze 112 ha coordinato una decina di squadre dei Vigili del fuoco provenienti dal comando provinciale Lecco e dai distaccamento di Bellano e Morbegno , intervenute con due autopompe , tre autobotti, un autoscala, un carro dell’unità protezione vie respiratorie, un carro Nbcr (acronimo di nucleare-biologico-chimico-radiologico), oltre ovviamente ai funzionari di guardia.

In via La Croce anche i carabinieri della Compagnia di Lecco, con il Nucleo investigativo, e i militari della stazione di Colico.

Ci sono volute ore per aver ragione delle fiamme, che hanno prodotto un’intensa coltre di fumo. Diffusasi ovunque, in direzione sud, a causa del forte vento: talmente potente che l’odore acre ha presto raggiunto tutta la riviera del lago, sia sulla sponda lecchese che su quella comasca, avvertito distintamente a Lecco, ovvero a oltre 30 chilometri di distanza. Segnalazioni, in questo senso, sono - addirittura - giunte da Valmadrera e, perfino, da Como.

La messa in sicurezza

La situazione, da questo punto di vista, è andata migliorando nel pomeriggio, quando le condizioni meteorologiche sono migliorate, e una volta spento l’incendio. Spegnimento che è stato dichiarato concluso soltanto alle 16.50, con i Vigili del fuoco rimasti ancora in posto per la bonifica e la messa in sicurezza del sito industriale.

Stando ad Arpa, l’Agenzia regionale protezione ambiente, che ha inviato in posto i tecnici della squadra emergenze del dipartimento di Sondrio-Lecco, si sarebbero dispersi i fumi «classici della combustione dei rifiuti aerodispersi, mentre per le diossine e gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici, derivati dalla combustione incompleta di materia organica come legna o carbone, ma anche benzina e gasolio, ndr) occorre attendere gli esiti delle analisi da laboratorio nei prossimi giorni».

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