Primi alloggi “scontati” a chi lavora in città. Brenna: «Avanti così»

Il piano Agli autisti Asf cinque case a prezzi calmierati - Confindustria: «Ora abbiamo bisogno di altri aiuti - Per fortuna non tutti voglio aprire un b&b in centro città»

Case ai lavoratori, primi cinque alloggi ma non basta. Da Confindustria la spinta al progetto: «Vogliamo andare avanti». E ora si apre ai dipendenti delle aziende.

Alla fine della scorsa estate la Prefettura ha riunito enti e associazioni di categoria, da Confindustria alla Camera di Commercio, per affrontare il tema dell’emergenza casa: affitti e prezzi alle stelle allontanano giovani lavoratori e professionisti. Da quegli incontri è nato l’appello della Fondazione Scalabrini, presieduta da Francesca Paini, che ha coordinato i lavori, ai cittadini comaschi: dare in gestione un proprio appartamento per affittarlo a canoni ragionevoli alla forza lavoro proveniente da fuori, con le dovute garanzie per i proprietari. Ora proprio grazie ai privati la Fondazione Scalabrini ha potuto mettere a disposizione degli autisti di Asf i primi cinque alloggi a canone calmierato. I nuovi assunti, in maniera temporanea, avranno così modo di trovare una sistemazione stabile.

«Per fortuna non tutti i comaschi con le proprie case vogliono aprire un bed and breakfast – commenta il presidente di Confindustria Gianluca Brenna – affittare ai lavoratori, in maniera regolamentata, significa dare sostenibilità al sistema produttivo e manifatturiero. Con la crescita del turismo assistiamo altrimenti ad uno svuotamento del bacino di abitazioni, gli affitti sul mercato hanno prezzi inarrivabili per la maggior parte degli stipendi. Si tratta di un fenomeno complesso da gestire. Con la Fondazione Scalabrini, che ha il giusto pacchetto di conoscenze, possiamo provare a far incontrare domanda e offerta. Quello fatto con gli autisti di Asf è un primo piccolo passo, non risolutivo, ma dobbiamo concentrarci su questi meccanismi se vogliamo almeno in parte dare delle risposte concrete».

Sul tema della casa sono impegnati anche enti pubblici come Ats e Asst, sempre alla caccia di infermieri. Insieme ad Aler, l’azienda regionale per l’edilizia residenziali, si attendono prossimi bandi per dare alloggi proprio ai sanitari. Passando però direttamente dalle abitazioni dei cittadini privati, grazie alla Fondazione Scalabrini, è più facile dare disponibilità non solo ai dipendenti pubblici, ma anche ai dipendenti delle aziende, delle imprese del territorio.

«La speranza è che altri cittadini si rivolgano alla Fondazione Scalabrini, possono farlo anche società, associazioni, le imprese stesse – dice ancora Brenna – questo è un tema caro alla Confindustria nazionale, ci siamo mossi in maniera condivisa. Il reperimento di lavoratori è diventato complicato in molte aree e in molti ambiti. Infermieri, autisti, ma anche insegnanti, per restare al pubblico, ma servono alle aziende anche tecnici, operatori e personale alberghiero. Qui a Como l’idea era sistemare alloggi di privati cittadini dando loro garanzie sugli affitti e poi incrociare il bisogno delle imprese e dei nuovi lavoratori. Dopo un primo dialogo eccoci ad una prima fase operativa».

Il tema della casa investe anche il mondo della formazione, tecnica e universitaria. Gli studenti fuori sede hanno bisogno di alloggi a prezzi ragionevoli. Quindi quando enti come Confindustria immaginano futuri campus per giovani tecnici, è in corso la progettazione per un nuovo polo a Villa Porro Lambertenghi a Cassina Rizzardi, intendono anche pensare alle abitazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA